Sembra essere la moda del momento. Cammini per strada, ti porti dietro qualcuno con una telecamera e fai un video in cui alcuni uomini ti apostrofano con un ‘a bella, hey beautiful, sei fidanzata? Mi vuoi sposare? Cosa ti farei! E via di questo passo. Europa, Stati Uniti, Italia, oramai sono tutti lì a osservare come reagisce l’uomo rozzo se gli mostri una bella ragazza in jeans e maglietta.

Questi video sono per la maggior parte razzisti e classisti, mostrano uomini neri, stranieri, gente povera che poggia il deretano su un muretto o sul gradino di un negozio, ti fanno vedere come è brutto e cattivo il mostro esterno, facendoti dimenticare che la maggior parte delle violenze sulle donne avvengono in casa e in famiglia, così inventano una nuova istanza che presto o tardi, da quel che si vede, diventerà una nuova richiesta giustizialista. Serve una legge che fermi questi molestatori, commenta qualcuna su Facebook. Non è possibile pensare di denunciare e mandare in galera chi ti dice un “ehy beautiful”, risponde qualche uomo.

Poi c’è chi difende il diritto dell’uomo di rivolgere quelli che definisce “apprezzamenti” alle donne e chi poi ragiona di come le donne sarebbero più disponibili quando i “complimenti” vengono rivolti da uomini più belli. Sono pochi quelli che in qualche modo restano su una lunghezza d’onda antisessista e si mettono nei panni della donna che viene mille volte apostrofata con considerazioni sul suo corpo, i suoi tratti estetici, la sua postura e che qualche volta viene perfino rimproverata perché non ha risposto adeguatamente e con garbo ai “corteggiamenti”.

Vi prego di non confondere quanto scrivo tra virgolette con quel che penso perché io sto parlando il linguaggio di chi richiama in strada l’attenzione delle donne. Sono quelli che pensano che provarci è lecito ed essere predatori lo è ancora di più. Sono gli stessi che ritengono che se lei non vuole essere molestata dovrà vestirsi in modo diverso. Coprirsi di più, magari, evitare di attirare l’attenzione, giacché camminare e respirare, per una donna, è già una forma di provocazione.

Per non “provocare” bisogna che tu ti copra interamente, smetti di ancheggiare, fai conto che per alcuni l’uomo sarebbe naturalmente portato a desiderare in modo diverso dalle donne. Dunque si tratterebbe di una questione di “natura”. La natura degli uomini sarebbe quella di non resistere alle provocazioni mentre la sessualità delle donne sarebbe casta e pura, angelica e quieta così come si narrava nel medioevo. E pensare che a dire queste cose sono due categorie di soggetti: gli uomini che giustificano le molestie e talvolta anche gli stupri e le donne che vogliono criminalizzare tutti gli uomini dicendo che sarebbero tutti, a priori, dei potenziali stupratori.

Affermare che non è detto che gli uomini debbano sentirsi “stimolati” dalla vista di una ragazza che cammina per strada non è solo femminista ma è antisessista in generale. E’ una affermazione che è basata sulla precisa convinzione che gli uomini non sono per natura dei molestatori e che in realtà potrebbero ragionare un po’ di più sulla valenza di alcuni loro atteggiamenti. Dopodiché c’è da riflettere a proposito del timore che arrivino leggi dure, provvedimenti giustizialisti e per quel che mi riguarda io dico che chi chiede leggi per punire chi in strada dice “ehi bella” lo fa per conto proprio. Non in mio nome. Non sulla mia pelle.

“Ehi bella” per me non è una molestia e se per un’altra invece lo è io invito chiunque a pensare al fatto che dare delle donne una immagine così debole, al punto che si ipotizza che non si sappia rispondere a tono neppure a un cretino che ci “inquieta” per strada, va nella direzione che ci porta dritte a legittimare nuovi patriarcati e tutori paternalisti che uniscono sorveglianza, difesa e controllo a moralismi e censure e regole alle quali ciascuna di noi dovrà obbedire. A me non serve una legge, i militari per le strade e non mi serve essere difesa da un “ehy bella”. Ci sono cresciuta in mezzo, a Palermo, e le battute erano anche più “oscene” di così.

Ti facissi ‘un pigiaminu ri saliva co’ rinforzu nno cavaddu” (ti farei un piagiamino di saliva con il rinforzo sul cavallo) era una presentazione precisa delle intenzioni sessuali di un uomo. Egli ti mostrava le sue carte e tu potevi accettare o meno. Da alcune di queste battute, che io trovo divertenti, ho tratto spunto per racconti e scritti satirici e da altre ho tratto spunto per riderne con le amiche. Perché uno dei punti della questione, che tu voglia rispondere o meno a questi uomini, è che, in ogni caso, una risata li seppellirà.

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