Non vince nessuno tra Serbia e Albania. Il drone alzatosi in volo per sventolare sul Partizan Stadium la bandiera della Grande Albania complica la strada di entrambe le nazionali verso gli Europei 2016. La commissione disciplinare della Uefa ha punito le federazioni serba e albanese per i fatti del 14 ottobre. La squadra di Advocaat vince 3-0 la partita perché il non ritorno in campo degli albanesi, basandosi sul referto dell’arbitro inglese Atkinson, è stato giudicato alla stregua di un forfait. L’invasione di campo da parte di alcune decine di tifosi serbi e l’aggressione anche da parte degli steward ai giocatori di Gianni De Biasi, cause alla base del rifiuto, non potevano però restare impunite. E infatti l’Uefa ha dato alla Serbia 3 punti di penalizzazione, oltre all’obbligo di giocare a porte chiuse le prossime due partite casalinghe. Entrambe le nazionali dovranno inoltre pagare 100mila euro di multa.

Il non ritorno in campo degli albanesi giudicato alla stregua di un forfait

Una sentenza pilatesca – subito attaccata dagli albanesi – per districare una questione spinosa e ingarbugliata, creata in parte anche dalla decisione del governo europeo di calcio di non tenere lontane le due nazionali al momento del sorteggio. E almeno per ora manca anche qualsiasi dispositivo che interessi la gara di ritorno che rimetterà di fronte Serbia e Albania l’8 ottobre 2015. Si preannuncia un clima infuocato, visto lo strascico polemico seguito ai fatti di Belgrado. Una serie di reazioni a catena con ripercussioni anche politiche, dal fermo del fratello del premier albanese Edi Rama fino alle decine di migliaia di albanesi scesi in strada da Tirana a Mitrovica, in Kosovo. Oltre alla decisione comune di rimandare la prima storica visita di un presidente albanese in Serbia, prevista per i giorni successivi alla partita e posticipata a novembre in seguito al duro scambio d’accuse tra i due governi per la gestione del caos creatosi dopo il volo del drone.

E anche il ‘pareggio’ sostanziale con il quale l’Uefa ha momentaneamente archiviato la vicenda ha subito riacceso le polemiche. Il segretario della federcalcio albanese Ilir Shulku definisce “strana e inaccettabile” la sentenza e annuncia ricorso, puntualizzando che “aggressori e vittime sono stati trattati allo stesso modo”. Una lettura condivisa anche dal primo ministro albanese: “La Federazione sta facendo bene a proseguire la battaglia legale fino in fondo – scrive Rama su Twitter – Oggi non è stata fatta giustizia per quello che è successo a Belgrado”.

La partita ha causato reazioni a catena con ripercussioni politiche

“Una decisione scandalosa e politica. È volata una sedia in campo, i giocatori albanesi sono stati aggrediti e l’Uefa assegna la vittoria alla Serbia. Davvero incredibile”, è invece il commento Fadilj Volkri, numero uno del calcio kosovaro. Gianni De Biasi, ct della nazionale albanese, si dice deluso: “La sentenza non ci dà giustizia. Capisco la commissione ma credo sia difficile per noi accettare un verdetto che ci vede sconfitti su tutti i fronti. Ci hanno tolto anche quello che avevamo guadagnato sul campo. Cosa doveva accadere di più?”.

Twitter: @AndreaTundo1

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