Un’immancabile foto sulla Piazza Rossa in compagnia di una bionda e un altro scatto sullo sfondo di una nave russa nel porto di Sebastopoli. Immagini che potrebbero riempire un album di viaggio di un italiano medio in gita nella madre Russia (da marzo nella sua versione allargata che comprende l’annessa Crimea). In questo caso non si tratta di un turista qualsiasi, ma del segretario della Lega nord Matteo Salvini, “ambasciatore di pace e delle piccole e medie imprese” italiane, come lo descrive la testata del suo partito, la Padania (ascolta l’articolo letto in stile “sovietico” da Gianmarco Bachi nella trasmissione Il Demone del Tardi, di Radio Popolare). 

Una due giorni tra Crimea e Mosca per il leader leghista che così ha voluto dimostrare che “non tutti in Italia sono russofobi”, come scrive sempre la testata del Carroccio, nonché opporsi alle sanzioni contro la Russia.

La delegazione leghista comprendeva anche il responsabile esteri Claudio D’Amico (lo stesso che fece l’osservatore al referendum di marzo in Crimea), il portavoce Gianluca Savoini, l’onorevole Paolo Grimoldi e il capogruppo a Milano Alessandro Morelli. Incontrando i vertici della Penisola il 13 ottobre, Salvini, secondo quanto lui stesso ha dichiarato a Libero, ha ottenuto una promessa. Ossia l’annullamento dell’embargo russo per le aziende del Venento e della Lombardia. Stranamente sui media della Crimea di questo non c’è nessun accenno. Ribadiscono però la crociata per il riconoscimento internazionale della Crimea che il leader del Carroccio ha promesso di intraprendere, una volta tornato a Bruxelles.

Prima di prendere l’aereo per Mosca, Salvini si è immortalato in una foto con una nave della Marina militare russa, suggerendo di chiederla in prestito per l’operazione Mare Nostrum. Nella capitale russa il segretario del Carroccio ha continuato la sua campagna contro le sanzioni e l’ha fatto nel modo che gli è consueto, ossia indossando durante la seduta plenaria della Duma, alla quale ha assistito la delegazione, una maglietta con una grande scritta: “No sanzioni alla Russia”. Mossa apprezzata dal principale tg russo, con la giornalista che ha elogiato la “creatività” del leader leghista. Ancor più la maglia, e sopratutto la scritta, sono piaciute al presidente della Duma Sergei Naryshkin, anche lui nella lista delle sanzioni dell’Ue, che ha tradotto in russo la frase ai deputati.

Nella Duma, secondo il resoconto de la Padania, Salvini ha ricevuto un “trattamento da capo di Stato”, con i deputati che “come un sol uomo” si sono alzati e l’hanno applaudito entusiasticamente. In precedenza il segretario aveva avuto la possibilità di incontrare il presidente della Duma a quattr’occhi. Quest’ultimo ha detto al leader leghista che in Russia a tutti è chiaro: sono “le pressioni degli Usa” che hanno spinto l’Ue ad agire contro Mosca. La delegazione italiana a sua volta, per bocca di Gianluca Savoini, come ci racconta la Padania, “ha spiegato a Naryshkin come in Italia la gente non sappia nulla di vero su quel che succede in Ucraina e in Russia se non per le poche righe di verità scritte da giornali come La Padania, da blog di associazioni come Lombardia-Russia e dalla voce fondamentale e libera di Radio Padania rappresentata in Russia dal suo efficientissimo direttore Alessandro Morelli”.

Peccato che sulle testate del suo partito Salvini non abbia potuto leggere alcune informazioni essenziali per orientarsi nella realtà russa, il che tra l’altro l’avrebbe aiutato a evitare alcune gaffe. “Quella russa è una società che cresce in maniera enorme”, ha dichiarato il segretario a Libero, lamentandosi per la perdita degli appalti in Russia da parte degli italiani per colpa di Bruxelles. Nel giorno stesso però il rublo ha toccato i minimi storici: nel periodo che va dalle Olimpiadi di Sochi di febbraio al Gran Premio russo di Formula 1 della settimana scorsa è calato rispetto al dollaro del 20%. Mentre nel suo ultimo rapporto la Banca Mondiale ha rivisto a ribasso le sue previsioni per la crescita della Russia nei prossimi due anni: nel 2015 il tasso dovrebbe scendere allo 0,3% a fronte del 1,5% previsto.

Ma non solo. Salvini ha esortato a venire in Russia per “la lezione di democrazia, di cultura e di business”. Forse gli è sfuggito che proprio in questi giorni il ministero della Giustizia russo sta cercando di chiudere “Memorial“, una delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani più antiche in Russia e che gode di autorità al livello mondiale. O forse sarà colpa de la Padania che non l’ha considerato una notizia degna di attenzione.

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