“Davanti a tante esigenze pastorali, davanti a tante richieste di uomini e donne, corriamo il rischio di spaventarci e di ripiegarci su noi stessi in atteggiamento di paura e difesa”. Puntuale è arrivata, seppure in modo indiretto, la risposta di Papa Francesco ai cardinali che contestano la sua apertura ai divorziati risposati in vista del Sinodo dei vescovi sulla famiglia in programma in Vaticano dal 5 al 19 ottobre prossimi. Da questo atteggiamento di paura e difesa, ha spiegato Bergoglio ai partecipanti all’incontro internazionale “Il progetto pastorale di Evangelii gaudium” organizzato dal Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione presieduto da monsignor Rino Fisichella, “nasce la tentazione della sufficienza e del clericalismo, quel codificare la fede in regole e istruzioni, come facevano gli scribi, i farisei e i dottori della legge del tempo di Gesù. Avremo tutto chiaro, tutto ordinato, – ha precisato Francesco – ma il popolo credente e in ricerca continuerà ad avere fame e sete di Dio”. 

Bergoglio ha, inoltre, sottolineato che “il Papa non ha il compito di offrire un’analisi dettagliata e completa sulla realtà contemporanea, ma invita tutta la Chiesa a cogliere i segni dei tempi“. Lo sguardo di Francesco è rivolto alle tante persone che “vivono in grande sofferenza e chiedono alla Chiesa di essere segno della vicinanza, della bontà, della solidarietà e della misericordia del Signore”. Quella misericordia che è la parola chiave del pontificato di Bergoglio. “Questo – ha spiegato il Papa – è un compito che in modo particolare spetta a quanti hanno la responsabilità della pastorale: al vescovo nella sua diocesi, al parroco nella sua parrocchia, ai diaconi nel servizio alla carità, ai catechisti e alle catechiste nel loro ministero di trasmettere la fede. Insomma, quanti sono impegnati nei diversi ambiti della pastorale sono chiamati a riconoscere e leggere questi segni dei tempi per dare una risposta saggia e generosa”. Ma Francesco ammette anche che nella Chiesa “non abbiamo la ‘bacchetta magica’ per tutto”. 

Parole chiarissime destinate innanzitutto ai cinque porporati che hanno scritto un libro, che uscirà il prossimo 1 ottobre alla vigilia dell’apertura del Sinodo, dal titolo eloquente, “Permanere nella verità di Cristo. Matrimonio e comunione nella Chiesa cattolica”. Sul fronte degli oppositori in pole position c’è il prefetto della Congregazione per dottrina della fede e curatore dell’opera omnia di Joseph Ratzinger, Gerhard Ludwig Müller, tra gli autori del volume che contesta le aperture ai divorziati risposati espresse dal cardinale Walter Kasper, presidente emerito del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, nella relazione di apertura del concistoro che si tenne nel febbraio 2014. Un testo, poi pubblicato integralmente, concordato totalmente con Bergoglio. Con il prefetto dell’ex Sant’Uffizio firmano il libro anche il prefetto della Segnatura apostolica, Raymond Leo Burke, il presidente emerito del Pontificio Consiglio di scienze storiche, Walter Brandmüller, l’arcivescovo di Bologna, Carlo Caffarra, e il presidente emerito della Prefettura degli affari economici, Velasio De Paolis. Ma i porporati contrari alle posizioni di apertura verso i divorziati risposati espresse da Kasper e Bergoglio continuano ad aumentare e sono state già registrate le adesioni dell’arcivescovo di Milano e principale competitor di Papa Francesco in conclave, Angelo Scola, e del prefetto della Segreteria per l’economia, George Pell, uno dei nove cardinali membri del cosiddetto “C9”, il “consiglio della corona” del Pontefice latinoamericano. 

Kasper non è rimasto ad assistere in silenzio alle critiche e ha sottolineato che il vero “bersaglio” di questi attacchi non è lui ma Bergoglio. “Durante il Concilio Vaticano II e nel postconcilio – ha affermato il porporato tedesco – c’erano le resistenze di alcuni cardinali a Papa Paolo VI, anche da parte dell’allora prefetto del Sant’Uffizio. Però, se sono bene informato, non con questa modalità organizzata e pubblica. Se i cardinali che sono i più vicini collaboratori del Papa, intervengono in questo modo, almeno per ciò che riguarda la storia più recente della Chiesa, siamo di fronte a una situazione inedita”. La posizione di Francesco è chiara: “Pur custodendo gelosamente la passione per la verità, non sprecate energie per contrapporvi e scontrarvi ma per costruire e amare”. E Bergoglio ha affermato anche di volere “vescovi rintracciabili non per la quantità dei mezzi di comunicazione di cui disponete, ma per lo spazio interiore che offrite per accogliere le persone e i loro concreti bisogni, dando loro l’interezza e la larghezza dell’insegnamento della Chiesa, e non un catalogo di rimpianti”. Un invito eloquente a non trasferire il dibattito sinodale sui media.

Twitter: @FrancescoGrana

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