A due mesi dall’inizio del Mondiale 2014 il Brasile è un immenso cantiere a cielo aperto: dagli stadi alle infrastrutture alla viabilità tutto è una continua corsa contro il tempo. Per dirne una, il nuovo stadio Itaquerao che il 12 giugno dovrebbe ospitare la partita inaugurale tra Brasile e Croazia è lungi dall’essere completato, per non parlare delle strutture esterne di accesso e deflusso. Qualche settimana fa nell’impianto costruito alla periferia est di San Paolo al modico costo di 250 milioni di euro, e che sarà la nuova casa del Corinthians, è morto un altro operaio: e le vittime sul lavoro sono salite complessivamente a otto. La Fifa e il suo segretario Jerome Valcke sperano che l’Itaquerao sarà consegnato entro fine maggio, nemmeno due settimane prima del calcio d’inizio.

Ma i dubbi permangono, e il calendario non può essere assolutamente modificato. In tutto ciò, c’è un altro allarme che ha lanciato la Fifa, quello delle scommesse. Tutte e 64 le partite saranno monitorate da agenzie interne ed esterne agli organismi del calcio, per non parlare del lavoro di intelligence che sarà fatto in tempo reale sui flussi delle scommesse sugli incontri. Come spiega Ralf Mutschke, un ex capo della polizia tedesco diventato il responsabile dell’anticorruzione alla Fifa: “Il Mondiale è sicuramente un evento a rischio, dalla prima all’ultima partita, che sia un match dei gruppi di qualificazione o la finale”. La stessa Fifa, durante i ritiri di ognuna delle 32 squadre mondiali prima dell’inizio della competizione, invierà degli esperti che terranno delle riunioni apposite con i calciatori e gli allenatori, spiegando i rischi di un loro coinvolgimento. Ma tutto questo, avvisa Mutschke, potrà avere effetto solo sulla regolarità del risultato finale, ma rischia di essere inutile per quello che è oramai la nuova frontiera del calcioscommesse.

In inglese si chiama spot-fixing, quando la scommessa si fa solo una porzione di gara. E nel calcio può essere il primo fallo laterale, un’ammonizione, il primo calcio d’angolo: tutte cose che non influiscono sull’andamento della gara o sul risultato, per la cui realizzazione non è necessaria la partecipazione di molti elementi ma anche di un solo giocatore, e che sono praticamente impossibili da individuare con certezza. Il Mondiale di calcio, con la sua visibilità globale, attrae una moltitudine di scommettitori anche su questi singoli eventi, e il monitoraggio dei flussi potrebbe complicarsi assai. Dalla corruzione in campo a quella fuori, tra appalti contestati e aumento dei prezzi, per il Mondiale 2014 il governo brasiliano ha oramai speso oltre 15 miliardi dollari: soldi spesso sottratti a sanità, scuola e infrastrutture pubbliche. Per questo da oltre un anno la popolazione brasiliana sta protestando nelle strade, e con l’inizio della competizione le proteste si faranno ancora più dure.

Nelle dodici città che ospiteranno i Mondiali, con la scusa di ipotetici attacchi terroristi, il governo ha previsto imponenti misure di sicurezza per cui sono stati spesi oltre un miliardo di euro dei 15 totali. Saranno a disposizione tutti i più recenti ritrovati tecnologici per la prevenzione di disordini urbani: aerei, elicotteri, armature e armi leggere di ultima generazione con cui rifornire polizia, esercito e contractor privati. Per non parlare poi dei fantascientifici occhiali in dotazione, provvisti di mini-telecamere in grado di analizzare fino a 400 facce al secondo e di confrontarle con un database di oltre 13 milioni di volti potenzialmente pericolosi. Se questo servirà a reprimere le proteste e a “proteggere” i facoltosi turisti dalla rabbia della popolazione, molte associazioni per la tutela dell’infanzia al contrario si chiedono chi proteggerà i bambini dal pericolo del turismo sessuale.

Secondo queste associazioni il governo non ha assolutamente intenzione di sradicare il problema ma solo di renderlo invisibile alle telecamere di tutto il mondo: bambini e bambine pronti a vendere il proprio corpo per il piacere del turista saranno solamente tenuti alla larga degli stadi, ma si potranno trovare alle fermate dell’autobus o agli angoli delle strade. Il numeri della prostituzione minorile in Brasile nel 2012 hanno raggiunto la cifra impressionante di quasi mezzo milione, destinato ad aumentare a dismisura durante il Mondiale. Le organizzazioni criminali hanno già tessuto la loro rete grazie all’appoggio di compiacenti tassisti e albergatori, pronti a promettere ai tifosi il vizio più schifoso. Per questo l’organizzazione Happy Child ha promosso la campagna It’s a Penalty, dove l’ex calciatore Gary Lineker, l’attuale stella brasiliana David Luiz e molti altri giocatori ed ex in un video di poco più di un minuto spiegano che la prostituzione minorile è un reato.

Articolo Precedente

Mondiali Brasile 2014, l’unica certezza è che sei aeroporti non saranno pronti

next
Articolo Successivo

Capello, l’educazione siberiana di Don Fabio, nato per allenare

next