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Prelievo sui bonifici esteri sotto esame Ue. Due interrogazioni parlamentari

Il commissario per la Fiscalità: "Esamineremo se la misura è proporzionata". I testi presentati a Bruxelles ipotizzano la violazione del Trattato sul funzionamento Ue, che vieta restrizioni dei pagamenti tra gli Stati membri. Grillo: "Manovra geniale per evitare l'ingresso di capitali"
Prelievo sui bonifici esteri sotto esame Ue. Due interrogazioni parlamentari
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La maxi trattenuta del 20% sui bonifici provenienti dall’estero entra nel mirino di Bruxelles. “Esamineremo se la misura è proporzionata o no”, dichiara il portavoce del commissario Ue per la Fiscalità, Algirdas Semeta, spiegando che per il momento “non si può dire se si tratta di una violazione alla libertà di movimento” delle merci e dei capitali. Il provvedimento è entrato in vigore il primo febbraio e prevede una ritenuta d’acconto automatica, lasciando al contribuente l’onere di dimostrare che le somme non hanno natura di “compenso reddituale” per chiedere la restituzione dell’imposta.

Alla Commissione europea sono state presentate due interrogazioni parlamentari distinte da due eurodeputati ex leghisti: Tino Rossi (Forza Italia/Ppe) e Claudio Morganti (Io Cambio/Eld, il gruppo euroscettico). Nei testi si ipotizza la violazione dell’art.63 del Trattato sul funzionamento della Ue, che vieta le restrizioni dei pagamenti tra gli Stati membri. Il prelievo è “l’ennesima, folle rapina a danno dei cittadini italiani” per Morganti, che definisce la misura “sproporzionata, in quanto il sistema di pagamento tramite bonifico è già facilmente monitorabile ai fini di lotta ad evasione e riciclaggio“.

Rossi, che parla di “ultima patata bollente lanciata dai governo Letta ai consumatori”, ipotizza anche la violazione “delle convenzioni siglate dall’Italia per evitare la doppia imposizione fiscale, dato che si presuppone che il denaro trasferito sia già stato soggetto a tassazione nel Paese d’origine”. Per il parlamentare di Fi le disposizioni “oltre a rappresentare un evidente ostacolo alla libera circolazione di capitali e servizi” sono “destinate a far aumentare l’illegalità e non la trasparenza dei movimenti finanziari”.

Contro il provvedimento interviene anche Beppe Grillo. “Come chiamare i politici messi lì dai partiti? Incompetenti? Lobbisti? Dilettanti? Sfascisti? Sicuramente sono dei tafazzisti”, afferma il leader M5s commentando la maxi trattenuta. “Si tratta – aggiunge – di una manovra geniale per evitare l’ingresso di capitali in un momento in cui chi può porta i suoi risparmi fuori dall’Italia. Insomma, questa è un’Italia da rovesciare come un calzino. Tutti a casa”.

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