Tares, ovvero il nuovo incubo degli italiani. Il pagamento della maggiorazione della nuova imposta sui rifiuti, in scadenza il 24 gennaio, riguarda le città che non hanno ancora provveduto alla riscossione, creando panico tra i contribuenti dal momento che il prossimo venerdì è anche l’ultimo giorno a disposizione per il versamento della mini-Imu.

Caos a Roma
Code interminabili, centralini comunali in tilt e sedi Caf prese d’assalto caratterizzano questa corsa contro il tempo dei contribuenti che devono fare i conti anche con una beffa: molti Comuni sono in ritardo con la spedizione dei bollettini della Tares. È il caso di Roma, dove si registra un vero caos con resse e svenimenti agli sportelli dell’azienda municipalizzata Ama, tra chi reclama il proprio modulo e i troppi che hanno deciso di effettuare il pagamento nel modo tradizionale non affidandosi ai servizi alternativi allo sportello, come l’home banking o le ricevitorie. Sono numerosi i contribuenti che hanno anche deciso di rivolgersi alle associazioni dei consumatori per denunciare le difficoltà. Va, tuttavia, sottolineato che questo stato di preoccupazione è frutto di una cattiva comunicazione: la data iniziale di scadenza dell’imposta era, infatti, originariamente, quella del 16 gennaio, poi slittata al 24.

Disagi a cui si aggiunge un’altra novità nelle modalità di pagamento: va saldato sia il bollettino della terza rata della Tares (che serve a coprire i costi relativi alla gestione dei rifiuti e ai servizi comunali e comprende la tassa rifiuti per i servizi di igiene urbana e il tributo per i servizi indivisibili come l’illuminazione pubblica, la manutenzione del verde e delle strade) che l’importo relativo ai servizi indivisibili, tramite il modello F24, di importo variabile e pari a 30 centesimi a metro quadro dell’immobile. Aumento che garantirà un’entrata di oltre 1 miliardo allo Stato.

Pagamento senza sanzioni
Meglio, quindi, ricordare subito che nessuna sanzione è dovuta se il versamento dell’addizionale Tares è insufficiente o non viene effettuato per il mancato invio del bollettino del saldo e del modello F24 relativo ai servizi indivisibili, così come confermato dal sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta durante l’ultimo question time.

Cosa si paga
La rata del 24 gennaio sarà l’ultima da corrispondere per la Tares, in seguito subentrerà la Iuc (Imposta comunale unica) che ingloba l’Imu (escluse le abitazioni principali), la Tasi (il tributo sui servizi indivisibili dovuta dal possessore e, in parte, dall’utilizzatore dell’immobile) e la Tari (la tassa sui rifiuti a carico dell’utilizzatore). La Legge di Stabilità dovrebbe, infatti, aver definitivamente rimodulato il comparto “tasse sulle casa”, sia con l’abolizione dell’Imu sulla prima casa (la mini Imu è una sorta di rimborso che lo Stato ha deciso di riconoscere ai Comuni) che con l’istituzione della Iuc. L’anno prossimo, quindi, questa parte di tassa rientrerà nella componente Tasi della Iuc.

Come si paga
Come detto, i Comuni sono tenuti a inviare ai contribuenti, in occasione dell’ultima rata, il modello precompilato di pagamento del tributo, costituito dal modello F24 e dal bollettino di conto corrente postale che prevedono la separata indicazione delle somme dovute a titolo di tributo (o tariffa) e di maggiorazione. Se ancora non si è ricevuto il bollettino direttamente a casa, è possibile richiederlo online sul sito dell’azienda che si occupa dei rifiuti. Sarà possibile pagare il bollettino e l’F24 in banca, alla Posta o anche online collegandosi tramite internet con la propria banca. Difficile calcolare una media dell’esborso per la Tares, visto che le aliquote variano per utenze domestiche e si basano sulla metratura dell’immobile.

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