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Non mantiene l’impegno di assumere giovani per Italo. Tapiro d’oro a Della Valle

Liquidati con una telefonata i ragazzi che avevano partecipato a un corso di formazione di 5 mesi di Ntv, la società che gestisce i treni ad alta velocità di cui l'imprenditore è azionista
Non mantiene l’impegno di assumere giovani per Italo. Tapiro d’oro a Della Valle
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Tapiro d’oro per Diego Della Valle. Per l’impegno, non mantenuto, di assumere nei ranghi della società Nuovo Trasporto Viaggiatori (Ntv) i giovani che hanno partecipato a un corso formativo della durata di cinque mesi. Ragazzi che sono stati liquidati con una telefonata dalla società che gestisce i treni Italo e di cui il numero uno della Tod’s è azionista accanto a Luca Cordero di Montezemolo, al patron dell’interporto nolano Gianni Punzo, al gruppo francese Sncf e a Intesa Sanpaolo .

“Io sono solo un azionista della società e non sono operativo, ma domani me ne occuperò – ha dichiarato Della Valle – Oggi ai giovani noi dobbiamo dare i sogni e le concretezze, non le chiacchiere”. Stessa sorte era toccata nel 2005 all’amico di battaglie, Luca di Montezemolo, che aveva ricevuto il Tapiro per aver sventolato l’importanza dell’italianità di marchi come la Ferrari e poi aver prodotto i gadget nei Paesi emergenti dove il costo della manodopera è assai più contenuto rispetto all’Italia e all’Europa. “Magliette e cappellini sono prodotti popolari a basso prezzo e possono essere confezionati all’estero – spiegò all’epoca Montezemolo alle telecamere di Striscia la notizia – l’importante è che il design e il cuore della produzione siano in Italia. E poi a me interessa che si facciano in Italia macchine come le Ferrari e le Maserati e anche altre, e la grande moda, ad esempio”.

Quella moda di cui Della Valle è un protagonista con il marchio Tod’s. Non c’è pero’ da sorprendersi del fatto che alla Ntv si faccia indietro tutta sulle assunzioni. A metà dicembre la società, concorrente di Trenitalia sulle tratte più redditizie, ha stilato un piano d’impresa in cui “chiede 68 milioni di riduzione dei costi nel triennio 2014-2016 e spostamento del pareggio al 2016″, come aveva spiegato il segretario generale della Fit Cisl, Giovanni Luciano. La società presieduta da Antonello Perricone, l’uomo del buco miliardario in Rcs, ha chiuso il 2012 con perdite per 83 milioni, più del doppio del 2011.

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