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Lettera aperta a tutte le mamme-Hunziker

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Questa è una lettera aperta a tutte le Michelle Hunziker d’Italia, a tutte le wonder woman impegnate a farci credere che tornare a lavoro a una settimana dal parto sia possibile e soprattutto normale. No, tornare a lavoro subito dopo il parto non solo non è normale, ma non è giusto. Perché il corpo non lo chiede, ma soprattutto perché significa negare alla donna il diritto all’accudimento, per spianare la strada a un modello di emancipazione fuorviante. Un modello secondo cui, riappropriarsi del proprio lavoro il prima possibile, significa per una donna riappropriarsi di pari opportunità e diritti, quando invece li delegittima entrambi.

E’ un messaggio secondo cui la legge di maternità conquistata a fatica da chi non l’aveva, “è un privilegio e non un diritto“, come disse l’allora ministra Mariastella Gelmini, anche lei subito in pista dopo il parto. Ma soprattutto, è un modello che tiene conto del mondo reale, quello fatto di donne che sopravvivono al di là dello schermo piatto, per le quali tornare a lavoro a una settimana dal parto è tutt’altro che una scelta, è un’imposizione, un obbligo e, nella maggior parte dei casi una minaccia. Parlo di quelle donne senza baby sitter e senza contratto, senza autista e senza assistenti. Quelle per cui, riprendere a lavorare troppo presto, significa alzarsi all’alba e lasciare il figlio otto ore in un asilo nido, magari privato, prima di imbottigliarsi nel traffico e lasciare a un’estranea il diritto all’accudimento. Col cuore infranto e senza un titolo sui giornali.

E’ veramente questo il modello di emancipazione che vogliamo? Desideriamo tornare a lavoro subito dopo il parto, oppure desideriamo ritrovarlo un lavoro subito dopo la nascita? Vogliamo essere libere di rivendicare la nostra maternità, come un diritto, oppure rassegnarci all’idea che sia un privilegio? Vogliamo pensare che la legge di maternità sia troppo generosa con le donne, oppure pretenderne anche una di paternità? Vogliamo camminare con il resto d’Europa, oppure innescare un meccanismo che ci porta indietro di oltre sessant’anni?  

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