“A chi hanno azzerato la militanza? Chi l’ha detto? E’ una notizia infondata”. Probabilmente non lo hanno neppure avvisato, Massimo Polledri, ex onorevole del Carroccio per il quale il Consiglio della Lega Emilia aveva chiesto l’espulsione. E invece è arrivata senza sconti la decisione del partito sull’esponente piacentino, la cui militanza è stata azzerata. Ora non potrà più essere candidato, né fare politica attiva e per lui rimangono ammessi solo il volontariato di partito e la manovalanza a gazebo e banchetti.

In verità si tratta di un provvedimento formale, che viene notificato tramite una lettera la quale, fanno sapere dai vertici del partito, arriverà a destinazione nei prossimi giorni. Ma il due volte deputato e una volta senatore non ci sta e a stretto giro di orologio ha fatto sapere che “l’azzeramento non esiste, perché avviene solo se uno non milita. E nel mio caso è un po’ difficile. Una settimana fa ero da espulsione, se come sembra è stato cambiato il provvedimento immagino che tra una settimana magari chiederanno un premio nei miei confronti. Dopo 20 anni di onesto servizio penso proprio di meritarmelo” ha dichiarato.

La scelta, comunque, si dimostra un vero e proprio colpo di scure verso tutti i fedelissimi di Umberto Bossi. La decisione ne è giunta dopo che da tempo era in bilico a seguito di anni in contrasto con la linea della segreteria piacentina. La decisione è stata presa ieri sera dal consiglio nazionale a Reggio Emilia, alla presenza del segretario Fabio Rainieri.

Massimo Polledri, contattato da ilfattoquotidiano.it era apparso inizialmente senza parole: “A me non risulta, chi ha dato notizia colleghi il cervello. Oppure dica nome e cognome così poi vedremo” aveva detto telefonicamente. E aveva poi ribadito che “non è la comunicazione che ho avuto, ed era ufficiale. L’hanno fatta a me e non mi sembra giusto renderla nota”.

Ma, nonostante le smentite, la notizia è trapelata da ambienti interni ai vertici di via Bellerio e già è partita la presa di distanze: “Polledri chi?” ha scherzato qualcuno nella Lega Nord piacentina, interpellato in merito, che non ha mai amato l’ex onorevole al quale sono state definitivamente chiuse le porte del Carroccio. “Sono quello che ha preso più voti” si è affrettato a rispondere piccato il diretto interessato.

La sua stroncatura è arrivata con beffa, proprio nel giorno in cui Polledri ha organizzato una messa in latino a Piacenza per la ricorrenza della battaglia di Lepanto del 1571 che decretò la vittoria delle forze cristiane riunite nella Lega santa contro quelle ottomane di Alì Pascià. “Sono tre anni che organizzano delle riunioni a porte chiuse per cercare di farmi fuori. Credo che avrebbero dovuto quanto meno convocarmi o comunicarmi qualcosa – disse quando la richiesta di espulsione arrivò sul tavolo del consigli della Lega Nord Emilia -. Ricordo che qualche tempo fa volevano buttare fuori anche Bossi. Per cui sono cose che lasciano il tempo che passa”.

Così, nonostante Polledri si dichiari quasi sollevato per non essere stato espulso, pare evidente che non potrà essere candidato alle prossime elezioni. Per tornare ad essere militante, secondo statuto, è infatti necessario passare almeno un anno nella veste di “sostenitore” e la richiesta dovrebbe essere accettata dalla segreteria piacentina, proprio quella che ne ha chiesto la testa. Pare quindi evidente che la Lega Nord, in un periodo di forti tensioni, non ne abbia voluta aggiungere un’altra con una espulsione che avrebbe fatto rumore. Ma di fatto coloro che volevano fare terra bruciata intorno a Umberto Bossi siano riusciti a “disinnescare” uno dei suoi fedelissimi.

Una circostanza che ora appare inquietante per il Senatur, che si trova ormai solo all’interno del partito dopo che quasi tutti coloro che gli sono stati vicini negli anni sono stati epurati. E anche perché, in vista del Congresso previsto in dicembre, Umberto Bossi avrà ben pochi militanti sui quali contare per poter pensare, come aveva annunciato, ad una sua ricandidatura.

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