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Occupy Wall Street, Micah White: “Dobbiamo fare come M5S”

Uno dei fondatori del movimento di protesta negli Stati Uniti nel corso del Festival di internazionale a Ferrara ha raccontato la genesi del fenomeno e parlato del futuro: "Per le prossime elezioni dovremmo riuscire a sviluppare una campagna elettorale senza fondi"
Occupy Wall Street, Micah White: “Dobbiamo fare come M5S”
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Da “We are 99%” a “Uno vale uno”. Micah White, uno dei fondatori di Occupy Wall Street, ospite questo week end del Festival di Internazionale a Ferrara, incontrerà nelle prossime ore un rappresentante del Movimento 5 Stelle. Sarà un primo contatto per permettere all’attivista statunitense di conoscere meglio un fenomeno che ha attirato la sua attenzione, un fenomeno che – ha detto durante gli incontri a Ferrara – vorrebbe importare negli Usa: “Sono molto interessato a tutti i partiti che stanno emergendo, specialmente il Movimento 5 Stelle per la loro abilità di entrare nel processo democratico e nelle elezioni, che è impossibile negli Stati Uniti”, dichiara a margine di un incontro sul media-attivismo domenica mattina.

Dopo un lungo periodo di attività a Zuccotti Park, Occupy Wall Street, movimento americano nato in opposizione agli eccessi della finanza durante la crisi economica, ha perso la sua forza. White lo definisce un “fallimento costruttivo”: “È stato un momento rivoluzionario bellissimo e magico, ma è stato sconfitto”. Alla base della sconfitta ci sono delle strategie sbagliate: “Pensavamo si potesse fare un movimento di sola protesta che – se avesse avuto abbastanza gente sulle strade, di diverse età e d’accordo sui temi principali – sarebbe stato capace di forzare il governo statunitense a cambiare le sue posizioni. È stato sbagliato. Ora OWS è uscito dalle piazze e adesso ci stiamo riunendo e riflettendo”.

Il movimento è andato avanti con un processo di “try, fail, try again”, cioè “prova, sbaglia, prova ancora”: “ È stato un test di ipotesi – continua White -. L’ipotesi è che si potesse cambiare il mondo organizzando proteste di massa molto virali e rapide. È stato un ‘fallimento costruttivo’ perché abbiamo fallito ma ci ha aiutato a capire cosa fare dopo. Adesso abbiamo imparato che dobbiamo essere più focalizzati su certi target e più specifici: la protesta deve raggiungere un obiettivo molto specifico molto velocemente. Non deve essere riformista, ma un progetto che deve essere raggiunto in 30 giorni. Altrimenti la gente si stanca o deve tornare a casa”. Per questo, in vista delle prossime elezioni americane nel 2014 e delle presidenziali del 2016, White e gli altri di OWS stanno osservando quanto accade in Europa per la capacità di trasformare la protesta di massa in una forza istituzionale: “Per le elezioni vorremmo creare un movimento virale e sociale”. White spiega che in un Paese dove i vincitori delle elezioni sono il “99 per cento delle volte” quelli che raccolgono più fondi dalle imprese, una delle cose da ‘importare’ è la capacità di fare una campagna elettorale con poco denaro: “Penso che le faremo senza soldi, lavorando più duramente ma in maniera autentica”. Finora White non ha ancora incontrato nessun rappresentante del Movimento 5 Stelle, ma ciò avverrà fra pochi giorni. Sul nome dell’interlocutore White non si sbilancia.

In passato ci sono stati altri incontri tra il movimento italiano e gli statunitensi. Si è trattato però di incontri con i diplomatici dell’ambasciata americana. Dopo le elezioni Vito Crimi e Roberta Lombardi incontrarono l’ambasciatore David Thorne. Per la sede diplomatica Usa si è trattato di “un’occasione per approfondire la conoscenza del Movimento e la sua posizione sull’attualità italiana”. Nell’aprile 2008 invece fu Beppe Grillo a incontrare i rappresentanti americani, interessati alle attività politiche del comico.

L’esperienza del M5S e di Grillo sarebbe anche alla base del Wikileaks party, stando a quanto dichiarato nell’agosto scorso da Peter Shipton, padre naturale di Julian Assange, in un’intervista al Venerdì di Repubblica: “Lui e Roberto (Gianroberto Casaleggio, ndr) hanno dimostrato che si può costruire una strategia mediatica efficace senza capitali”.

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