Il Circolo Poligrafico, uno dei locali più in voga dell’estate romana, è stato sgomberato dalle forze dell’ordine in seguito a diverse segnalazioni del II Municipio per occupazione abusiva. Perché dietro la facciata di locale notturno, apolitico e di tendenza, si nascondeva in realtà l’ennesima occupazione dell’estrema destra a Roma Nord. E forse l’ennesima speculazione. Il locale, che si trovava nello spazio dell’ex Cral del Poligrafico dello Stato sul Lungotevere dell’Acqua Acetosa, nasce infatti da una precedente occupazione rivendicata lo scorso marzo da ambienti vicini a La Destra di Storace. Salvo che, tutto a un tratto, a inizio giugno si è trasformato in un polo del divertimento con un vertiginoso giro d’affari e una spolverata di attività sociali.

Il Circolo Poligrafico nella sua nuova veste si era infatti presentato come Spazio Pubblico Creativo: quando di pubblico c’era solo l’immenso spazio verde occupato e poi trasformato in azienda sottraendolo al quartiere. Un breve giro sulla rete e si scopre che l’occupazione di quello spazio era stata rivendicata il 29 marzo da Giuliano Castellino: il cui percorso politico è un album fotografico della destra radicale romana, dai gruppi neofascisti fino a diventare dirigente nazionale de La Destra di Storace. Castellino era già stato tra gli occupanti del Cinema Augustus, sgomberato il quale era scattata l’occupazione del Poligrafico, come rivendicato da loro stessi. Poteva essere una delle innumerevoli occupazioni politiche dell’estrema destra romana, ma così non è stato. Dopo un periodo di silenzio ecco infatti che il 7 giugno è apparso sulla scena il locale del Circolo Poligrafico. Uno spazio che la notte si presenta come l’avanguardia della movida romana, e di giorno cerca di coinvolgere il quartiere proponendo varie attività sociali, anche per i bambini. Ogni riferimento all’occupazione e all’attività politica dei gestori è scomparso nel nulla. Sembra un locale come gli altri.

La rivista mediapolitika scopre che il locale è amministrato dalla srl semplificata, quindi una società a fini di lucro. La srl si chiama “Arte Virtù Musica”: con sede a Roma e come oggetto sociale “l’organizzazione, esercizio e gestione, in proprio e/o per conto di terzi, di locali per l’intrattenimento, club, disco-pub, discoteche”. Amministratore unico di questa società sarebbe Andrea Natoli, che poi si scopre essere stato candidato alla scorse Amministrative a consigliere del II Municipio proprio nelle liste de La Destra: lo stesso partito di Castellino. Da parte sua Castellino, sentito da ilfattoquotidiano.it, ha difeso la “natura sociale dell’occupazione” e ha definito “falsa e tendenziosa” l’esistenza di una srl che gestisca i guadagni del locale. Poi ha aggiunto che lo spazio è stato dato a titolo gratuito da chi ha fatto l’occupazione a dei ragazzi che si sono impegnati a utilizzarlo per attività nel quartiere. In un comunicato stampa pubblicato su Facebook giusto due giorni fa i gestori del Circolo Poligrafico dopo avere negato a lungo ogni legame con l’occupazione neofascista, hanno rivendicato il passaggio a titolo gratuito dello spazio “da esponenti che operano ufficialmente in ambiti politici”. Pur continuando a rifiutarsi di pubblicizzare la natura politica dell’occupazione ai frequentatori abituali o saltuari.

Forse molta gente, inconsapevole di andare a spendere i propri soldi in un posto con legami con l’estrema destra romana, avrebbe scelto di andare altrove. Oltre a ciò, rimangono ancora molti i punti oscuri. Con chi si relazionavano le varie “associazioni e aziende” (come da loro comunicato) cui i gestori affidavano lo spazio per eventi e concerti se era uno spazio illegale e non esiste una srl? E se invece esiste la srl “Arte Virtù e Musica”, come è possibile che un’occupazione si sia trasformata in una società con scopo di lucro, con quali tutele e agevolazioni politiche? E in questo caso non dovrebbe essere un locale come gli altri che emette scontrini e fattura guadagni? Queste sono le domande ancora sul tavolo dopo lo sgombero del Circolo Poligrafico. Anche perché a Roma non è la prima volta che occupazioni dell’estrema destra si trasformano in redditizie industrie del divertimento, tradendo ogni spirito politico e configurandosi come qualcosa di totalmente diverso. Lo stesso Cinema Augustus, occupato sempre da Castellino e da elementi de La Destra prima del Circolo Poligrafico, non è stato sgomberato perché gli occupanti organizzavano raduni di vecchi e nuovi arnesi del neofascismo storico, ma bensì perché avevano pensato bene di trasformarlo in una discoteca privata commerciale,nascondendo anche in questo caso agli avventori la natura politica della stessa. Stessa cosa durante l’occupazione degli impianti sportivi di viale Tor di Quinto 57. Qui concerti di band esplicitamente neofasciste e raduni politici organizzati da La Destra di Storace erano coperti dal rumore della musica elettronica di una discoteca, al solito presentata come apolitica e commerciale, che è poi finita nelle pagine di cronaca nera a seguito di un pestaggio.

Per non parlare di Area 19, occupazione di Casapound a via Monti della Farnesina. Anche qui, tra un raduno neofascista e l’altro, due estati fa il posto è ribattezzato Stazione Nord: discoteca alla moda con tanto di piscina da cui spariscono tutti i simboli politici, con i gestori che negano che il posto abbia nulla a che vedere coi fascisti della “gestione precedente”. Salvo che, finita l’estate romana sono tornati i vessilli di Casapound ed i raduni di teste rasate. Solo con i portafogli più gonfi. Per questo diverse associazioni di quartiere hanno denunciato questi locali, cercando di capire se ci sia stata una mediazione politica delle precedenti amministrazioni cittadine e regionali. Come nel caso del Circolo Poligrafico, dove infatti la nuova amministrazione del II Municipio, insediata a giugno, ha subito fatto le dovute segnalazioni, come risulta dai documenti visionati da ilfattoquotidiano.it. La nuova maggioranza composta da PD e Sel ha poi chiesto l’accesso agli atti per vedere come sia stata possibile la cessione di un immenso spazio verde a una fabbrica del divertimento. E nonostante lo sgombero, assicura andrà avanti nell’inchiesta. Per molti, infatti, la cessione dell’immenso spazio verde del Circolo Poligrafico non sarebbe altro che l’ennesimo regalo della precedente amministrazione alle formazioni della galassia dell’estrema destra. “Una volta finiti i soldi, gli amministratori hanno cominciato a pagare questa gente con gli spazi pubblici, i nostri beni comuni, in cambio del loro appoggio politico”, come ha spiegato uno di loro a ilfattoquotidiano.it.

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