La corsa al Quirinale – tra richieste dei partiti e veti incrociati – è aperta da settimane, ma adesso è stata fissata ufficialmente la data della prima seduta per l’elezione del nuovo capo dello Stato: potrà aver luogo già a partire da giovedì 18. La presidente Laura Boldrini provvederà lunedì 15 alla convocazione del Parlamento in seduta comune

”Il Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini – si legge in un comunicato – nella sua qualità di Presidente del Parlamento in seduta comune, provvederà lunedì 15 aprile a diramare la convocazione prevista dal secondo comma dell’art. 85 della Costituzione per l’elezione del nuovo Capo dello Stato. Su invito del Presidente della Repubblica e sentito il Presidente del Senato, la seduta del Parlamento, integrato dai delegati regionali, potrà avere luogo già a partire da giovedì 18 aprile, confidando che gli adempimenti relativi alla designazione da parte delle Regioni dei propri delegati si svolgano con la massima tempestività”. Per quanto concerne il Friuli-Venezia Giulia, il cui Consiglio regionale è in corso di rinnovo, va ricordato che, come avvenuto in altre analoghe occasioni, il Consiglio uscente ha già provveduto alle designazioni”.

Mentre nulla si muove tra le forze politiche, si infiamma la partita per il Colle: e i partiti sembrano già proiettati più nello scontro sulla figura del nuovo presidente della Repubblica che nella ricerca di una soluzione per dare un Governo al Paese. E oggi nell’agone entra in campo anche un finto Beppe Grillo. Un fake ha fatto scattare una pseudocampagna anti Cavaliere: “Chi non vuole Berlusconi Presidente della Repubblica ritwitti!”, ma dalle verifiche sull’account ufficiale del comico genovese questa frase non esiste. 

Al di sotto del Colle infuria il gioco cruento del toto-nomine per il prossimo settennato. Tra gli attivisti del M5S che si consultano via web e cercano una rosa di loro nomi (Gino Strada?), il Pdl tiene alti i toni passando dai veti a Romano Prodi alle aperture ad un Napolitano-bis. Confermando così che tutto dipende da un accordo sul prossimo presidente. Il Pdl da giorni alza le barricate per avere un moderato al Quirinale, ben sapendo che il centrosinistra ha i voti per eleggersi quasi da solo un capo dello Stato (gli mancano solo 9 voti per arrivare al numero magico di 504) alla quarta votazione. Tutto ciò anche se ier Pier Luigi Bersani ha confermato che il Pd intende ricercare una ‘larghissima’ maggioranza. In questo caso il centrosinistra potrebbe spingere o verso un nome non politico, in grado di aprire alle altre forze in parlamento, tipo quelli di Gustavo Zagrebelsky o Stefano Rodotà. Oppure se si orienta per lo strappo c’è un solo nome in pole position: Romano Prodi, la scelta più temuta dal Pdl. In caso di accordo con Berlusconi potrebbero trovare spazio Giuliano Amato, Franco Marini o lo stesso Napolitano. Outsider – con il voto dei montiani – resta l’economico Ignazio Visco. Anche se prende quota l’ipotesi di una donna Emma Bonino. 

Come in ogni elezioni che si rispetti ci sono anche le classifiche dei bookmakers. E’ un testa a testa Prodi-Letta secondo gli stranieri. Secondo i dati raccolti dall’agenzia specializzata Agipronews, per l’elezione del prossimo presidente della Repubblica l’ipotesi Romano Prodi è quotata dal provider Bet2875 a 1,65. Ma la presa di posizione contraria del centrodestra lancia verso il Colle anche Gianni Letta, “bancato” a 1,85. A 2,00, invece, l’elezione di Massimo D’Alema che non scontenterebbe il Pdl, mentre si sale a 2,45 per l’ex presidente del Senato Franco Marini. L’elezione dell’attuale inquilino di Palazzo Madama, Pietro Grasso, vale 6 volte la scommessa, con il costituzionalista Stefano Rodotà a 6,50 e l’ex presidente di Montecitorio Luciano Violante a 7,00. In fondo al tabellone Emma Bonino a 7,30 e Giuliano Amato a 8,00.

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