Diversi anni fa vidi su un quotidiano l’immagine in bianco e nero dell’Aga Khan mentre visitava i luoghi che poi avrebbe brutalmente lottizzato della costa nordorientale della Sardegna.

Era un paradiso in terra, paesaggi intatti con un mare paragonabile a quello della barriera corallina. Oggi quei luoghi sono un inferno, e si chiamano Costa Smeralda, Porto Cervo, Porto Rotondo. Il capitale naturalistico si è perso per sempre e non mi è sufficiente pensare alle frasi consolatrici di Alan Weisman.

La stupidità del capitalismo si è poi sbizzarrita in altre distruzioni con nomi fantasiosi come Costa Paradiso. Ma anche dove il nome originario è rimasto, la furia distruttrice si è fatta largo, Villasimius insegna.

Arrivavano i capitali da fuori, e la Sardegna, alla faccia della sua autonomia, supinamente apriva le braccia e li accoglieva, facendosi arrecare ferite irreparabili.

Poi venne Renato Soru a governare con un po’ più di sale in zucca ed idee non certo ambientaliste, ma solo sensate: aveva senso continuare a far depredare le coste (i capitali non erano neppure sardi), e perdere così per sempre la bellezza di quel paesaggio unico al mondo che la Sardegna poteva vantare?

Peccato che Renato Soru sia stato impallinato proprio sulla revisione della legge urbanistica regionale e proprio dai suoi compagni di partito, il Pd.

Caduta la giunta in Sardegna, ecco consegnata la terra a quell’Ugo Cappellacci, figlio del già commercialista di Berlusconi, famoso come quell’Umberto Scapagnini già sindaco di Catania e medico di Berlusconi, oppure come quel Roberto Radice che divenne Ministro dei Lavori Pubblici nel primo governo Berlusconi e che era vicino di casa dello stesso ad Arcore.

Adesso quel Cappellacci vuole rivedere quel divieto di costruire lungo le coste fortemente voluto dalla giunta Soru e a dargli una mano per realizzare il sogno di avere nuovi chilometri di costa spalmati di cemento c’è la Qatar Holding, braccio economico della regia dinastia del Qatar. E già si parla di alberghi di lusso e di parchi acquatici. Pensate un po’: parchi acquatici proprio in Sardegna…

Un tempo l’Aga Khan, adesso l’emirato del Qatar, la Sardegna ama essere colonizzata e perdere le sue risorse primarie.

Noi dal continente, non è che possiamo far molto salvo scrivere qui ed inviare una mail. In attesa che questa classe politica che ci circonda scompaia, un auspicabile e benedetto giorno.

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