”Ingroia si candida o non si candida? Per avere questa risposta dovrete ancora aspettare”: prova a prendere tempo, a creare suspense, Antonio Ingroia all’inzio della manifestazione organizzata in suo onore a Roma. Ma tutti sanno che la sua candidatura è ormai prossima. Si aspetta solo l’ufficialità. “Sono qui – prova ancora a smarcarsi – per la Costituzione italiana”. Ma con il passare dei minuti si svela: “Noi stiamo costruendo un nuovo polo che non è né terzo né quarto perché non siamo secondi a nessuno. Questo è l’unico, vero polo alternativo al berlusconismo e al montismo”. E poco dopo precisa “Io ci sto, mi metto a disposizione del progetto. Sono pronto a metterci la faccia ma dipende anche da voi e dal vostro impegno”.

Ingroia chiama a raccolta i potenziali alleati: “Io non voglio essere solo vi voglio tutti in campo ma tutti dovete metterci la faccia per aggregare di più. Il primo a cui mi rivolgo è Maurizio Landini“. Ma il magistrato cita anche don Ciotti e Santoro: “Non è un invito a candidarsi – precisa il magistrato – ma un invito ad accompagnarci al nostro fianco. Se poi volete candidarvi, ancora meglio”, chiude ironicamente.

Nel suo progetto, invece, non c’è spazio per i vecchi partiti: rivolgendosi ai politici presenti in sala, Diliberto, Bonelli, Di Pietro e Ferrero, il magistrato dice: “Siete esempi di una politica pulita e alternativa che ha combattuto in questi anni battaglie contro Berlusconi prima e Monti poi”, ma “per aiutare la società civile a fare un passo avanti, io credo che voi dobbiate fare un passo indietro. Non sono un rappresentante dell’antipolitica e degli antipartiti e so che voi rappresentate la politica per bene. Ma aiutateci a incoraggiare la società civile. Facendo un passo indietro, voi non sparite ma restate con noi in questa battaglia”.

La volontà di affrancarsi dai partiti non significa che il nuovo polo non sarà aperto al dialogo. Ingroia ne è convinto e lo sottolinea, rivolgendosi prima a Bersani e poi a Grillo: “Da questa assemblea di oggi io chiedo un confronto con il segretario del Pd Bersani, un confronto senza pregiudizi. Lo chiedo perché conosco molte personalità del Pd che hanno le mie idee. Lo faccio con l’orgoglio della nostra autonomia come polo politico in costruzione”. Riguardo al leader del Movimento 5 Stelle, il magistrato mostra segnali di apertura: “Non mi sottrarrei a un confronto. Conosco Beppe Grillo da anni e l’ho apprezzato per alcune sue battaglie prima che intraprendesse attività politica”.

Nel discorso di Ingroia non mancano le parole al fiele: “L’Italia è un paese ammalato di giustizia, la giustizia è troppo lenta. E’ il paese delle mafie e delle ingiustizie, un paese senza memoria”. Il magistrato illustra il suo “nuovo polo” che ha come numi tutelari Falcone e Borsellino: “Il loro lascito è come un tesoro smarrito, noi dobbiamo disseppelire questo tesoro, dobbiamo partire da questi uomini, da questo modello di cittadini. Un paese senza passato è una democrazia dimezzata, abbiamo bisogno di aria pulita, disperdiamo i veleni che ammorbano il paese”.

Gli strali di Ingroia prendono di mira anche gli ultimi due premier: “L’Italia è sotto le macerie dei bombardamenti di Berlusconi e Monti che non ha fatto la ricostruzione, l’ha promessa ma non l’ha realizzata, gli italiani oggi sono ancora più poveri di diritti e nelle tasche. Di tutto questo Monti e Berlusconi sono stati i principali responsabili”. Il movimento invece “lavorerà per la costruzione, di fronte alle macerie. E’ venuta l’epoca della responsabilità della società civile, degli italiani che si appassionano della democrazia: apriamo il nostro libro dei sogni e trasformiamolo in realtà. Non faremo un polo giustizialista e manettaro”.

E a chi gli chiedeva se fosse un “magistrato politicizzato“, Ingroia risponde prontamente: “Sfido chiunque a dimostrare ho orientato i processi ai fini politici. Chi dice di un pm che è politicizzato lo deve dimostrare nei processi e non rispetto al fatto che uno si candidi politicamente”, facendo capire ancora una volta le proprie intenzioni.

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