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Tribunali: palazzi d’oro e verbali a mano

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È di ieri la notizia della circolare del Ministro della Giustizia che invita i tribunali (ordinari) a non procedere a registrazioni nel mese di dicembre, dovendosi preferire le verbalizzazioni manuali a causa della mancanza di fondi. Mentre i giudici ordinari affogano nelle difficoltà, vi sono però pochi altri privilegiatissimi magistrati (quelli amministrativi) che vivono in palazzi dorati.

Sale affrescate, stucchi, statue, quadri di grande valore sono la norma al Consiglio di Stato, ammirabili dalla maggior parte dei cittadini solo in rari documenti ed inchieste TV (in cui un solerte Consigliere di Stato spiega come sia giusto che chi si occupa di questioni così delicate sia gratificato da un contesto così lussuoso (sic!)), ed in numerosi Tar. Personalmente, quando ero magistrato amministrativo, ho avuto il privilegio di lavorare, nell’ordine, nello storico palazzo Butera che ospitava il Tar Palermo, nel centralissimo complesso di via del Conservatorio in Milano (Tar Lombardia) e nel palazzo cinquecentesco di via Ricasoli del Tar Firenze, a 100 metri dal Duomo. E che dire del Tar Napoli, in piazza del Municipio o dell’Avvocatura generale dello Stato, ospite in un antico convento con affreschi del Vanvitelli, in pieno centro di Roma?

Molti magistrati, però, vivono lontano dal Tar ove svolgono funzioni, e le centinaia di migliaia di euro che vengono pagate ogni anni da ogni Tar sono di fatto sprecate: posso testimoniare che nei Tar dove ho lavorato (ma la prassi è generalizzata) le stanze dei magistrati sono quasi sempre vuote. I giudici del Tar, infatti, vanno in ufficio due volte al mese, per due giorni consecutivi. In tutto quattro giorni al mese.

E che dire del monumentale palazzo dell’ex Monte dei Pegni, a due passi da Campo de Fiori a Roma, occupato per interi piani da stanze (di cui molte vuote e nemmeno assegnate) degli uffici amministrativi del CPGA (il “CSM” dei giudici amministrativi)?

Il Ministro Severino, prima di privare i giudici ordinari anche delle registrazioni  (indispensabili per documentare cosa accade nei processi: testimonianze, esame degli imputati, eccezioni, ecc.) non potrebbe provare a chiedere ai colleghi Consiglieri di Stato Filippo Patroni Griffi ed Antonio Catricalà di ridurre le evitabili spese dei palazzi d’oro (e di affreschi) dei giudici amministrativi, per consentire di lavorare al meglio per i cittadini?

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