Un esperimento che coinvolge 30 negozi in tutta la Francia e che, secondo una portavoce di McDonald’s, dovrebbe portare all’adozione della tecnologia “entro 24 mesi”. La collaborazione tra PayPal e la catena consentirà ai clienti del fast food di ordinare online il loro pranzo e pagare, tutto da smartphone. L’accordo segna un bel punto a favore dell’azienda specializzata in transazioni online, che dopo aver consolidato il suo predominio nel settore, sta puntando con decisione sui pagamenti mobile. Sul fatto che le tecnologie di pagamento tramite smartphone e tablet siano destinate a un luminoso futuro non ci sono dubbi. L’incertezza, per il momento, riguarda solo il tipo di tecnologia che utilizzeremo e chi riuscirà a imporsi come gestore del sistema di pagamento.

Sotto il profilo delle tecnologie i candidati sono soltanto due e, stando alle ultime notizie, il vantaggio sarebbe tutto per i lettori di carta di credito (da collegare allo smartphone attraverso la presa delle cuffie) e alle app dedicate. Il sistema concorrente Nfc (Near Field Communication, ndr), adottato in via sperimentale anche a Milano per gli abbonamenti ai mezzi pubblici, richiede invece un chip integrato nello smartphone e la sua diffusione è quindi legata all’adozione della tecnologia da parte dei produttori di telefoni. Più difficile sciogliere il nodo del predominio nel settore, che si giocherà principalmente sulla capacità di diffusione dei pretendenti al titolo.

Nella battaglia per aggiudicarsi il ruolo di deus ex machina nei pagamenti mobile, PayPal ha di certo un ruolo da protagonista. Acquisita nel 2002 da eBay, può vantare 113 milioni di utenti registrati e una reputazione inappuntabile grazie all’esperienza decennale nella gestione di transazioni online. Questa volta, però, il gigante americano deve vedersela con la concorrenza di Square Inc, società fondata nel 2009 dal “papà” di Twitter Jack Dorsey e specializzata proprio in questo settore. All’inizio di agosto Square ha annunciato un accordo con la catena Starbucks per l’introduzione del sistema di pagamento mobile nelle popolari caffetterie sul territorio degli Stati Uniti. Risultato: niente più pagamenti alla cassa in circa 7mila negozi Starbucks. Più che una partnership, quello tra le due aziende è però un vero “patto di ferro” che prevede un investimento di 25 milioni di dollari da parte di Starbucks e l’ingresso dell’amministratore delegato Howard Schultz nel consiglio d’amministrazione di Square Inc.

Ora arriva la risposta di PayPal, che in futuro potrebbe portare il suo sistema di pagamento nei 30mila fast food a marchio McDonald’s e reggere così il passo del concorrente nella diffusione del suo sistema di pagamento. Ma quali sono i vantaggi per i consumatori rispetto al normale sistema di pagamento tramite carta di credito? In realtà è piuttosto difficile dirlo. A guardare le condizioni di utilizzo di Square Inc, per esempio, si scopre che la società trattiene il 2,75% come commissione per la transazione, addebitate a chi incassa il pagamento. Si tratta di un importo superiore a quello richiesto dai normali circuiti di credito, ma che secondo l’azienda è compensato dai costi “nascosti” a cui i negozianti sono soggetti utilizzando i normali sistemi di pagamento tramite carta. Per i consumatori cambia ben poco: alla fine, infatti, il servizio si limita a collegare la carta di credito già esistente. Il maggior vantaggio rimane quello di poter fare qualsiasi acquisto senza nemmeno mettere mano alla carta di credito e saltando le code alle casse.

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