I cittadini la vorrebbero fallita, il sindaco invece vuole salvarla. È su Spip, società partecipata del Comune di Parma, che arriva la prima rottura tra Federico Pizzarotti e la commissione Audit sul debito pubblico, nata come forza di opposizione “dal basso” dopo gli scandali dell’amministrazione Pietro Vignali per svelare ai cittadini i retroscena dei buchi nelle casse comunali e chiedere giustizia.

Non a caso tra gli esponenti della commissione figurano i nomi di chi negli anni ha dato del filo da torcere all’ex sindaco e ai suoi, dall’avvocato Arrigo Allegri all’ex capogruppo di minoranza Giorgio Pagliari, che anche ora che Vignali se ne è andato, continuano a pretendere chiarezza sulle vicende del passato di Parma rimaste oggi in eredità ai Cinque stelle e ai cittadini.

Il primo nodo da sciogliere è proprio Spip, società costituita per la creazione dei nuovi quartieri artigianali e industriali a nord della città, su cui in questi mesi la commissione Audit ha raccolto un dossier: un documento dettagliato che elenca le compravendite di terreni ceduti e riacquistati a prezzi lievitati nel giro di poche ore o di giorni, con tanto di nomi e cognomi di responsabili e titolari delle operazioni in grado di generare plusvalori milionari. La svolta è arrivata nei giorni scorsi dalla Procura, quando per la vicenda sono finiti indagati con l’accusa di concorso in abuso d’ufficio l’ex vicesindaco Paolo Buzzi (ora consigliere comunale Pdl), l’ex presidente di Spip Nando Calestani e l’immobiliarista Paolo Borettini.

L’Audit chiede di andare fino in fondo al caso, per portare al fallimento Spip ed “affondare il bisturi” nelle responsabilità della cattiva gestione della società che ha accumulato un debito di oltre 100 milioni di euro. “Il fallimento consentirebbe di accertare le responsabilità di amministratori e istituti bancari, senza il rischio che il reato per cui si indaga ora (i fatti risalgono al 2005-2006) vada in prescrizione” spiega Allegri, che con il Movimento 5 stelle ha un rapporto di consulenza cominciato in campagna elettorale e proseguito anche dopo la vittoria di Pizzarotti.

Ma le visioni su Spip non sono così allineate. L’avvocato e la commissione chiedono al sindaco di fare retromarcia dalla richiesta di concordato preventivo e dall’ipotesi di un finanziamento di 5 milioni di euro alla società da parte del Comune. A mettere il freno è il primo cittadino del Movimento 5 stelle: “Non vogliamo che Spip fallisca – risponde Pizzarotti – perché così si abbasserebbe il rating del Comune di Parma. Avere un fallimento delle partecipate non è ammissibile. Allegri è un esperto con cui ci confrontiamo, ma a volte ha una visione troppo ristretta sui problemi, che invece vanno affrontati in modo generale”.

La direzione seguita dal primo cittadino è quella avviata dal commissario Mario Ciclosi, che aveva appunto rivalutato un nuovo concordato. Ed è questo che l’Audit contesta a Pizzarotti. “È inaccettabile che si facciano scelte in continuità con il commissario, ci vuole una rottura con il passato” ribatte Cristina Quintavalla, anima del movimento nato ad aprile. E ancora punta il dito Pagliari: “Quella di Pizzarotti è una posizione debole, le partecipate sono espressione della vecchia amministrazione, non dovrebbero vivere un giorno di più”.

Il diktat della commissione è preciso: fallimento di Spip, richiesta di sequestro cautelare dei beni degli ex amministratori della società e pubblicazione degli atti. Perché, al di là del colore politico, il sindaco, secondo l’audit, dovrà rendere conto prima di tutto ai cittadini. E compito della commissione sarà quello di incalzarlo, come in questo caso. Nessuna collaborazione ufficiale dunque, come annunciato in campagna elettorale, perché, chiarisce Quintavalla, “ci teniamo a mantenere una nostra autonomia per continuare a svolgere il nostro ruolo di sollecitazione dell’amministrazione. Lo spirito è comunque quello di collaborare dall’esterno per i cittadini”. Intanto il primo banco di prova, oltre a Spip, per Pizzarotti sarà anche la trasparenza: “E’ necessaria la pubblicazione degli atti, non solo di Spip – conclude la docente -Abbiamo già presentato un lungo elenco di richieste e stiamo aspettando risposta”.

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