La Lega Nord, ferita dallo scandalo giudiziario, resta in corsa per il turno di ballottaggio solo in sette comuni del Nord Italia. Cinque in Lombardia (Palazzolo sull’Oglio, Cantù, Senago, Tradate e Meda) e due in Veneto (San Giovanni Lupatoto e Thiene). La Lega si presentava a queste amministrative con un bagaglio di 16 sindaci da rinnovare o confermare. Ha centrato l’obiettivo del primo turno solo a Cittadella e Verona, con Giuseppe Pan e Flavio Tosi. Ma anche dove ha vinto la Lega ha lasciato sul terreno voti pesanti (a Verona la Lega ha perso più di 3mila voti mentre ne ha persi poco meno di 20mila la coalizione del candidato Tosi). E sette sindaci se li è persi senza possibilità di appello. Tre sono andati direttamente al centro sinistra (Crema, Cesano Maderno e Feltre); quattro vedono la gara ancora aperta, ma senza il Carroccio, rimasto fuori dai ballottaggi a Monza, Cassano Magnago, Lissone e Jesolo.

Nei comuni ancora in gara, nei giorni scorsi è stato tutto un viavai di big del partito a sostegno delle candidature, ma a giudicare dalle presenze nelle piazze siamo ben lontani dai bagni di folla della Lega che muoveva le masse. Matteo Salvini, Flavio Tosi e soprattutto Roberto Maroni, non si sono risparmiati, cercando di portare visibilità ai loro candidati, infondendo fiducia a suon di: “Vinceremo tutto”. Una promessa che sarà difficile da mantenere, soprattutto alla luce delle evidenti difficoltà in cui versa il movimento. Difficoltà di cui i candidati locali sono ben consapevoli, tanto da cercare in ogni modo degli escamotage capaci di aggirare la decisione del partito di correre in solitaria, senza cioè fare apparentamenti ufficiali o alleanze con altri partiti.

A Tradate (Varese), una delle roccaforti maroniane, dove la Lega è passata dal 37,8 al 22,5%, il Carroccio ha incassato il sostegno di Pdl, Udc e terzo polo, scendendo a patti (ovviamente non palesi) con gli esponenti delle varie forze in campo. Il risultato? Comunicati di sostegno e manifesti di appoggio palese che hanno il sapore della pastetta. Il Pdl sostiene il candidato leghista anche a Meda (Monza e Brianza), dove il sindaco leghista uscente Giorgio Fiorenzo Taveggia si presenta per la quarta volta e dovrà vedersela con Gianni Caimi e la sua coalizione di centro sinistra. A Senago (Milano) la Lega si presenta al ballottaggio affiancata dalle liste civiche Forza Senago e Alleanza per Senago, partendo dal 14,14% dei voti contro uno schieramento di centro sinistra che sulla carta dovrebbe avere vita facile, potendo contare sul doppio dei consensi del leghista Riccardo Pase.

A Cantù l’onorevole Nicola Molteni potrebbe riuscire dove altri candidati leghisti non sperano nemmeno di poter arrivare. Si presenta al ballottaggio avanti di qualche punto, forte addirittura di uno dei pochi exploit del Carroccio, passato dal 14,6 al 17,6%. Molteni già al primo turno aveva puntato su liste capaci di raccogliere consensi anche fuori dalla Lega, sul modello di Verona, imbastendo liste civiche che strizzano l’occhio all’elettorato di centro destra, come Forza Cantù o stringendo alleanze con partiti politici come La Destra. Dopo il primo turno Molteni si è apparentato con altre due civiche, InCantù e Alleanza Canturina, che allargano il ventaglio di sostenitori, anche se in città il Pdl appoggerà l’altro candidato, Claudio Bizzozero, a capo di una cordata di civiche molto radicate in città.

A Palazzolo sull’Oglio, dove la Lega è passata dal 23,4 all’11,59%, è arrivata al ballottaggio in un testa a testa con il centro sinistra. La situazione non è semplice. Qui la vecchia amministrazione (Pdl e Lega), eletta nel 2009, è caduta anzitempo e il sindaco uscente Alessandro Sala si ripresenta davanti al suo elettorato.

Emorragia di voti per il Carroccio anche a Thiene, dove la Lega è passata dal 24,5 al 14,88% e il sindaco uscente Maria Rita Busetti è costretta a rincorrere il centro sinistra di Giovanni Battista Casarotto. Qui cinque anni fa la Lega vinse al ballottaggio contro una coalizione che raggruppava gli altri partiti di centro destra. Dovrebbe invece avere vita più facile Fabrizio Zerman, il candidato sindaco di San Giovanni Lupatoto (Verona), che ha raccolto il doppio dei consensi dello sfidante di centrosinistra. La Lega ha lasciato sul campo 3 punti percentuali, ma al secondo turno potrà contare sull’appoggio di Pdl, Udc e alcune liste civiche.

La Lega va al ballottaggio anche in alcuni comuni dove non corre con un proprio candidato sindaco ma dove è riuscita a stringere alleanze in barba all’indicazione della corsa solitaria che era arrivata dalla segreteria del partito. Accade soprattutto alla periferia dell’impero Padano, come nelle Marche, a Civitanova e Tolentino il simbolo del Carroccio è affiancato a quello degli altri partiti del centrodestra. Capita anche nel Piemonte di Roberto Cota, a Mondovì, dove la Lega va al ballottaggio a sostegno del sindaco uscente Stefano Viglione, candidato condiviso da tutti i partiti del centrodestra che per l’occasione si sono cambiati d’abito, indossando il vestito della lista civica pur di continuare a mantenere in piedi la vecchia alleanza con il Carroccio. Il gioco è talmente palese da apparire grottesco: liste civiche come “Il popolo della Granda” o “Unione al Centro” hanno simboli che ricordano in tutto e per tutto quelli del Pdl e dell’Udc. Insomma, al di là dei proclami e della voce grossa, quando si tratta di salvare poltrone e apparenze, la Lega Nord ha dimostrato di saper dimenticare la situazione romana, dove gli ex alleati sostengono il governo Monti, imbarcando volentieri i voti del Pdl e dell’Udc al prezzo di qualche accordicchio.

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