Mio figlio, cui avevo concesso l’uso dell’iPhone per un giochino, è riuscito non so come a bloccarlo completamente. Dopo diversi tentativi (falliti) di riportare il telefono in vita e dopo altrettanti tentativi (riusciti) di contenere istinti poco educativi per la mia prole, ho deciso di resettare il telefono e fare un restore dalla rete.

In effetti, senza troppo pensarci, avevo in precedenza scelto l’opzione di backup in iCloud (scusate l’inglese, non credo si possano tradurre questi termini senza diventare ridicoli). Pareva ideale: niente spazio occupato sul disco rigido, e poi basta toccare lo schermo una volta ed è fatto…

Insomma, piano piano dalla rete ho visto riemergere il mio iPhone: le applicazioni nel buon ordine e raggruppate nel modo giusto, la mia rubrica telefonica, la posta elettronica, le foto… “Piano piano” vuol dire che ci ho messo circa due ore; e mentre la furia infanticida sbolliva ho avuto tempo di riflettere a quanto di me veniva scaricato dalla rete per ricostituire il mio telefono – e quindi quanto di me era archiviato nella fantomatica “nuvola”, cioè tanti computer sparsi sul globo terracqueo.

Mi è venuto in mente un articolo che avevo letto da qualche parte e che sosteneva la tesi seguente: i dati personali raccolti e gestiti dai vari operatori quali Apple, Microsoft eccetera ai giorni nostri sono molti di più e, per certi versi, molto più “personali” di quelli che qualunque dittatore abbia mai potuto sognare.

In effetti dalla “nuvola” si potrebbe ricostruire quali siti internet visito, dove abito, dove sono stato a fare foto o a fare jogging e quando, a chi ho telefonato, a chi ho scritto messaggi (e cosa ho scritto), quali sono i miei gusti musicali e via dicendo. La lista potrebbe essere lunga e inquietante.

Certo, nessuno mi ha obbligato a comprare uno smartphone e a usare l’opzione “nuvola”; anzi per il telefono ho pure pagato un bel po’ di soldi! Allora perché tollero tanta invasione della privacy?

Mentre il telefono era quasi ridiventato il mio telefono sono giunto ad una conclusione: probabilmente perché non ho niente da nascondere e quindi preferisco la comodità.

Ma è proprio il caso di dire: non c’è più la privacy di una volta!

Disclaimer: Come riportato nella bio, il contenuto di questo e degli altri articoli del mio blog è frutto di opinioni personali e non impegna in alcun modo la Commissione europea.

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