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Giustizia, Anm: “Bisogna stralciare la norma sulla responsabilità civile dei magistrati”

Il parlamentino delle toghe al Senato contro l'emendamento Pini. Cosimo Ferri di Magistratura indipendente: ''Non è sufficiente eliminare solo l’azione diretta. Da cancellare anche l’azione di rivalsa”
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Il segretario di Magistratura indipendente Cosimo Ferri

La norma sulla responsabilità civile dei magistrati, così come è formulata nell’emendamento Pini, va stralciata dalla legge Comunitaria. L’Associazione nazionale magistrati si è espressa in modo perentorio nel corso dell’audizione davanti alla Commissione giustizia del Senato. Interventi correttivi, ha sottolineato l’Anm, non sono sufficienti a garantire autonomia e indipendenza dei magistrati, che la responsabilità diretta minaccerebbe.

A pochi giorni dalla riunione in cui si dovrebbero decidere le nuove cariche del Comitato direttivo centrale (Cdc), il parlamentino delle toghe è arrivato in Senato con una rappresentanza delle varie anime della magistratura associata. Per tutti hanno preso la parola Anna Canepa (Area), il procuratore di Palmi Giuseppe Creazzo e Cosimo Ferri di Magistratura indipendente.

Se si legge la giurisprudenza comunitaria, ha sottolineato Canepa, si vede “che non c’è nessun obbligo a modificare la disciplina interna sulla responsabilità dei giudici e la responsabilità diretta non sarebbe comunque sufficiente di fronte a cause onerosissime”. Inoltre, ha detto da parte sua il procuratore di Palmi, “lo Stato non può arretrare di fronte ai principi costituzionali che garantiscono l’autonomia e l’indipendenza dei magistrati” che non devono “essere condizionati da timori o da pressioni”. Il magistrato, ha detto ancora, “potrebbe essere citato anche anticipatamente dalle parti e se ciò avvenisse durante una causa in corso” potrebbe essere un modo “per eliminare un giudice sgradito”. La norma in questione, dunque, “è altro rispetto al principio della rivalsa”, ha proseguito, e ha ribadito la necessità che si torni ai ‘paletti’ vigenti.

Per Cosimo Ferri “che i magistrati non paghino è uno slogan e non è vero”. E ha aggiunto che “l’Europa non chiede la modifica della legge Vassalli. Ci sono in gioco l’autonomia e la indipendenza dei magistrati moti di voi credono in questi principi costituzionali, non per difendere un privilegio”, ma l’interesse del cittadino ad un giudice terzo. Il segretario di Magistratura indipendente si è spinto fino a dire che l’emendamento “deve essere eliminato. Piccoli passi indietro non risolveranno il problema. Non è sufficiente – ha puntualizzato – eliminare solo l’azione diretta”, come discusso nell’ultimo vertice tra il presidente del Consiglio e i partiti, perché “va eliminata anche l’azione di rivalsa”.

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