L’astro nascente del Pd a Milano è Carmela Rozza, detta Karme La Rozza. Non perde occasione per scontrarsi e combattere, di solito contro esponenti del suo stesso partito o comunque della sinistra. Lo fa da una posizione che le offre una certa visibilità, perché è capogruppo del Pd in Consiglio comunale. L’ultima che ha fatto è dare solidarietà a Roberto Formigoni, poverino, sommerso dai fischi dei cittadini (per lo più signore eleganti, mica ragazzacci dei centri sociali) domenica 5 febbraio al teatro Dal Verme. Il lunedì successivo, in Consiglio comunale, ci ha tenuto a ribadire che la maggioranza di centrosinistra a Milano dovrà dare pieno appoggio al Presidentissimo della Regione Lombardia per l’Expo 2015. Molti del suo stesso gruppo, intanto, la guardavano allibiti. Ma Karme è fatta così.

Siciliana di Ragusa, “per mantenermi agli studi ho lavorato come colf e badante”, racconta. “Nel 1983 mi sono trasferita a Milano, dove ho fatto l’infermiera”. Dal 1989 però fa la sindacalista Cgil a tempo pieno: prima nella Sanità, poi nel pubblico impiego e tra i ferrovieri, infine diventa la numero uno del Sunia, il sindacato degli inquilini. Lì ha costruito la sua carriera politica e conquistato una certa dote di voti, battendo i quartieri popolari e vestendo i panni della sindacalista rossa, ma abbastanza indistinguibile dai leghisti. Mai una parola contro gli occupanti abusivi, in compenso i rom sono una vera emergenza sociale della città, gli immigrati sono un pericolo, via Padova (crogiolo milanese di culture, etnie e – certo – anche problemi) è una “discarica sociale”.

Era sicura di fare l’assessore. Lo pretendeva in nome delle preferenze portate a casa alle elezioni di maggio: con 2.534 voti, è stata la più votata tra le donne entrate a Palazzo Marino. Quando il sindaco Giuliano Pisapia le ha detto di no, ha cominciato a scatenarsi. Incauti, nel suo partito hanno creduto di rabbonirla facendola capogruppo. Invece lei usa quella posizione per sparare soprattutto contro i suoi. Il suo più grande avversario, all’inizio, era Stefano Boeri, troppo “verde” con le sue posizioni sull’Expo. Poi se l’è presa con un altro giovane leader del Pd milanese, Pierfrancesco Majorino, colpevole di aver annunciato che il fondo comunale anticrisi sarà aperto a tutte le famiglie, incluse quelle gay e lesbiche.

Ma il suo capolavoro l’ha realizzato contro Nando dalla Chiesa, indicato da Pisapia come guida del comitato antimafia formato da cinque esperti scelti fuori dal Consiglio comunale. Karme La Rozza per tutta risposta è intervenuta in Consiglio con una tirata contro “i professionisti dell’antimafia”, roba da far rivoltare nella tomba Paolo Borsellino, contro cui quella definizione fu inventata. Non male anche le sue posizioni sulle coppie di fatto. “Dobbiamo rispetto alla Chiesa e alla cultura cattolica. Sono d’accordo con il registro delle coppie di fatto, ma in questo momento la Giunta deve impegnarsi nella realizzazione dell’Assemblea mondiale delle famiglie”. Cioè l’incontro con il papa che ci sarà prossimamente a Milano. Per non farsi mancare niente, si è dichiarata favorevole anche a dedicare una via della città a Bettino Craxi.

Ora anche dentro il suo partito cominciano a pensare che Karme La Rozza stia esagerando. Ma come fare a disinnescare una nuova bomba politica in un partito che, ai suoi vertici, non è ancora riuscito a metabolizzare del tutto il caso Penati?

Il Fatto Quotidiano, 9 febbraio 2012

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