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Permessi di soggiorno, in arrivo la stangata
Nuova tassa da ottanta fino a duecento euro

Il nuovo contributo - si legge sul sito Stranieri d'Italia - era già previsto dalla legge sulla sicurezza del 2009, ma era rimasto sulla carta. Un decreto firmato a ottobre 2011 dagli allora ministri dell’Interno Maroni e dell’Economia Tremonti, lo rende operativo a partire dal 30 gennaio prossimo.
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Il 2012 si apre male per gli immigrati: alla crisi e ai rincari che li colpiranno insieme a tutti gli italiani, infatti, si aggiungerà una nuova tassa, che varierà dagli 80 ai 200 euro, che dovrà essere versata ogni volta che si chiede o si rinnova il permesso di soggiorno.

La notizia appare sul sito di Stranieri in Italia. Il nuovo contributo – si legge sul sito – era già previsto dalla legge sulla sicurezza del 2009, ma era rimasto sulla carta. Un decreto firmato a ottobre 2011 dagli allora ministri dell’Interno Roberto Maroni e dell’Economia Giulio Tremonti, pubblicato il 31 dicembre 2011 sulla Gazzetta Ufficiale, lo rende operativo a partire dal 30 gennaio prossimo.

L’importo di quello che si chiama “contributo per il rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno” varia in base alla durata del permesso: 80 euro se è compresa tra tre mesi e un anno, 100 euro se è superiore a un anno e inferiore o pari a due anni, 200 euro per i “soggiornanti di lungo periodo”, la cosiddetta “carta di soggiorno”.

L’esborso – sottolinea Stranieri in Italia – si aggiunge al contributo di 27,50 euro per il rilascio del permesso di soggiorno elettronico. La nuova tassa non riguarda i permessi dei minori, gli stranieri che entrano in Italia per sottoporsi a cure mediche e i loro accompagnatori, così come chi chiede un permesso per asilo, richiesta d’asilo, protezione sussidiaria o motivi umanitari.

Il contributo non tocca neanche a chi chiede solo di aggiornare o convertire un permesso di soggiorno in corso di validità. Metà degli introiti della nuova tassa servirà a finanziare il “Fondo rimpatri”, l’altra metà andrà al Viminale per spese di ordine pubblico e sicurezza e per finanziare gli sportelli unici e l’integrazione.

Dove finiscono i soldi cosi incassati? Una meta’ andra’ a finanziare lo speciale ‘Fondo rimpatri’ finalizzato a coprire le spese connesse al “rimpatrio dei cittadini stranieri rintracciati in posizione irregolare sul territorio nazionale verso il paese di origine, ovvero di provenienza”, l’altra metà finirà al ministero dell’Interno per le spese di “ordine pubblico e sicurezza” (40%), per gli ‘Sportelli unici’ (30%) e per l’attuazione dell’Accordo di integrazione previsto dal testo unico sull’immigrazione del ’98.

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