Mark Zuckerberg viola la legge quando gestisce la privacy dei suoi 721 milioni di utenti. Max Schrems, un ragazzo di 24 anni che studia giurisprudenza a Vienna, ha depositato 22 denunce con questa accusa e ha creato il sito Europe-vs-Facebook.org che in quattro mesi ha registrato oltre mezzo milione di visite, attirando l’attenzione dei principali media internazionali. Le critiche contro Facebook relative al modo di gestire la privacy degli utenti, in realtà, sono molto diffuse e proprio in questi giorni una nuova funzione del popolare social network espone le foto private alla curiosità dei navigatori. Ma nessuo finora aveva battuto il record di denunce depositate nei tribunali irlandesi, dove ha sede la Facebook Ireland Ltd. Ilfattoquotidiano.it ha intervistato il giovane internauta sulle ragioni della sua iniziativa.

Come nasce la tua battaglia contro il social network più popolare del mondo?
Ho studiato sei mesi in una università americana e in quel periodo ho scritto un articolo sull’argomento. Quando sono tornato in Austria ho deciso di approfondire il problema con l’aiuto di alcuni amici e abbiamo individuato centinaia di articoli molto critici sul modo di gestire da privacy degli utenti da parte di Facebook. Ma nessuno ha mai depositato una denuncia in Irlanda, dove opera la sede europea del social network.

Quali sono le accuse che muovi contro Zuckerberg e soci?
Ci sono utenti che non vogliono condividere troppe informazioni on line. Ma Facebook ha trovato un modo per ottenere i loro dati lo stesso. E sta incoraggiando altri utenti a fornire i dati dei propri contatti.
Un esempio di questa pratica è la possibilità di sincronizzare i telefoni cellulari, importando gli indirizzi e-mail o “taggando” altri utenti nelle foto, nei video o anche in determinati luoghi. In questo modo Facebook ignora alcuni principi della Legge europea sulla protezione dei dati personali. Solo il singolo utente può dare il consenso al trattamento dei propri dati. Non è sufficiente che qualche altro utente pensi che possa segnalarti in una foto imbarazzante o inviare le e-mail di altre persone a Facebook. Altri social network hanno risolto questo problema e non trattano queste informazioni finché il singolo utente non è d’accordo sull’utilizzo del dato specifico.

C’è dell’altro?
Sì. Facebook non offre un modo adeguato per cancellare i vecchi dati. Ogni commento sconsiderato, ogni invito a un evento ed ogni “mi piace” è registrato per un periodo di tempo indefinito. Anche i “tag” delle foto, gli amici o i messaggi rimossi rimangono memorizzati nei sistemi del social network. Anche se cancelli interamente il tuo account, Facebook continuerà a mantenere alcuni di questi dati personali. Questa modalità è contraria al principio europeo per la minimizzazione dei dati. È giunto il tempo di riflettere sullo “smaltimento” dei dati su Facebook.

Quante persone lavorano al tuo progetto?
Siamo circa 10 persone. Alcuni si dedicano alla gestione del sito, che riceve migliaia di e-mail al giorno e abbiamo ottenuto oltre mezzo milione di visite in pochi mesi. Altri seguono le pratiche per le denunce.

Ci sono anche italiani nel tuo staff?
Sì. Alcuni ci aiutano nella traduzione dei documenti on line.

Perché le tue denunce sono tutte depositate in Irlanda? Pensi di estendere l’azione legale anche alla Corte di Giustizia europea?
L’Irlanda è il paese che ha giurisdizione sulle attività di Facebook Ireland Ltd, cioè la società con cui gli utenti europei stipulano un contratto Per ora siamo impegnati a seguire 22 denunce che abbiamo già depositato, poi valuteremo altri interventi.

Quando prevedi che arriveranno le prime sentenze?
Entro la fine di dicembre, oppure all’inizio di gennaio 2012.

Quanto hai speso in avvocati?
Niente. I reclami possono essere presentati da qualsiasi cittadino e mi capita di sapere molte più cose sulle leggi di protezione dei dati rispetto alla maggior parte degli avvocati. Quindi facciamo da soli, per ora.

Facebook si è messo in contatto con te?
Sì, abbiamo contatti frequenti. Ma non hanno voluto commentare le nostre accuse.

In sostanza, Zuckerberg gestisce  illegalmente la privacy?
Sì. Ma la risposta potrebbe riempire un libro! I problemi principali sono la trasparenza e il controllo dell’utente rispetto alla pubblicazione dei propri dati.

RIVOLUZIONE YOUTUBER

di Andrea Amato e Matteo Maffucci 14€ Acquista
Articolo Precedente

Ecco Memology 2011, la classifica annuale
degli elementi più cliccati su Facebook

next
Articolo Successivo

Internet, un italiano su quattro è off-line

next