Ancora non si sa chi sono i firmatari, ma il testo della lettera già c’è. E’ quella che gli scontenti del Pdl stanno per inviare al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al fine di chiedergli un passo indietro, passando la mano a Gianni Letta, e di allargare la maggioranza. Il motivo? Poter dar corso agli impegni assunti con l’Ue. Indiscrezioni non verificate attribuiscono l’iniziativa ai seguaci del senatore Beppe Pisanu, che punterebbe a mettere insieme una sessantina di parlamentari non più disposti ad appoggiare il governo. Pisanu però smentisce: “‘Non ho ideato, né dettato, né tanto meno sottoscritto la lettere di di cui si parla”.

Altri “indiziati”, come sponsor dell’iniziativa, Lamberto Dini (anche lui smentisce: “Non sono al corrente”) e Giuliano Urbani. Si pensa anche agli uomini di Claudio Scajola, ma anche in questo caso arriva a stretto giro la smentita, attraverso uno dei fedelissimi dell’ex ministro imperiese, il senatore Franco Orsi: ”Di questa iniziativa non so nulla e nessuno mi ha informato”.

La missiva inizierebbe con un “caro presidente Berlusconi”, seguito dal rinnovo della fedeltà dei firmatari nei confronti del premier, di cui gli scontenti sottolineano i “grandi meriti politici” e a cui chiedono di poter continuare a sostenerlo. Ci sentiamo in dovere – si legge nella bozza del documento – con la lealtà e la sincerità che ti abbiamo sempre dimostrato, di rappresentarti il nostro critico convincimento sulla situazione politica dell’attuale maggioranza parlamentare che sostiene il tuo Governo. Dobbiamo oggettivamente registrare che l’esiguità dei numeri, in particolare alla Camera, non consente a questo Governo di poter affrontare neanche l’ordinario svolgimento dei lavori parlamentari, e tanto meno quindi, di dare quelle risposte, anche molto impegnative sul piano del consenso sociale, che la drammatica situazione economico finanziaria richiede”.

Subito dopo, però, arriva puntuale la stoccata. I frondisti lanciano un appello chiaro: senza un cambio di passo non potranno più garantire il loro sostegno. Tutto questo “per non finire su un binario morto” perché “è tempo di rilanciare l’azione politica, allargare la maggioranza parlamentare alle forze che tradizionalmente hanno fatto parte della nostra coalizione e dare una svolta all’azione di Governo”.

Secondo gli estensori del documento, riporta ancora l’Agi, il premier dovrebbe passare la mano a Gianni Letta, un minuto dopo si troverebbe un accordo politico-programmatico con l’Udc, Fli e l’Api per affrontare subito le emergenze economiche in Parlamento. Spiega all’agenzia un senatore che aderisce alla fronda, ma che vuole restare anonimo: “Nessuno vuole pugnalare Berlusconi alle spalle, sia lui ad indicare il nome. Si deciderà tutto nei prossimi dieci giorni

Al momento, però, non c’è accordo tra i “malpancisti”: “Ci sono tanti – aggiunge la stessa fonte – che non hanno il coraggio di uscire pubblicamente. Si aspetta che succeda un incidente parlamentare, ma il malessere è diffuso”. I ‘pisaniani’ sono in contatto con Pier Ferdinando Casini e Lorenzo Cesa, anche se l’Udc chiede che il presidente del Consiglio esca di scena senza precondizioni. Gli scajoliani si sono affrettati a sottolineare la propria estraneità dall’iniziativa.

Più che un appello, quindi, un ultimatum vero e proprio. La lettera, del resto, potrebbe essere l’esito della lunga riunione di ieri a cui hanno preso parte una quindicina di senatori con Beppe Pisanu o anche degli incontri degli scajoliani e tra diversi altri esponenti del Pdl. Chiunque siano i firmatari, il messaggio lanciato è inequivocabile, specie alla luce la lettera discussa ieri a Bruxelles dal premier.

“Le misure che ci chiede Bruxelles – spiega uno dei frondisti intervistato dall’agenzia Agi, che preferisce restare anonimo – sono molto impegnative, questo governo non è in grado di attuare i provvedimenti di cui ha parlato il presidente del Consiglio”. Tra i “malpancisti” del Pdl che di recente erano usciti allo scoperto per mettere in discussione il presidente del consiglio, la stessa agenzia cita “Saro, Pisanu, Amato, Santini, Lauro, Del Pennino”. Tra i favorevoli all’allargamento della maggioranza, uno dei punti sottolineati nella lettera, ci sono anche “Sardelli, Milo, Gava e Destro”. E a ispirare l’inizativa, secondo fonti parlamentari del Pdl, sarebbero Lamberto Dini e Giuliano Urbani.

Anche tra gli scajoliani c’è chi avverte la necessità di svoltare pagina. “La crisi – dice Roberto Antonione – non ci permette più di perdere tempo. Occorre aprire ad una nuova fase e costruire poi una coalizione per giocarci la partita delle prossime elezioni”. Antonione riferisce che molti parlamentari sono contrari all’ipotesi delle urne l’anno prossimo. “Non ci possiamo mica suicidare con le elezioni anticipate, non possiamo – aggiunge – giocare una partita per perdere ma per vincere”.

Mentre monta il caso politico, il segretario del Pdl Angelino Alfano nega di essere a conoscenza della missiva: ”Non mi risultano lettere di Scajola né di nessuno. Quando riceveremo una lettera in questo senso ce ne occuperemo. Non commento documenti fantomatici, senza firme”. E ancora: “Se conoscete qualcuno che ha firmato quella lettera ditemelo. A me non risulta”. E il vicepresidente dei deputati Pdl Osvaldo Napoli arriva a ipotizzare una “patacca confezionata da qualche altro gruppo politico”.

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