Il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli

“C’è un problema di mancata prevenzione generale, in un territorio troppo antropizzato dove spesso non sono stati fatti interventi per la mitigazione dei rischi”. Il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, ha spiegato con queste parole le terribili conseguenze dell’ondata di maltempo che ha colpito la Liguria e la Toscana. “Le previsioni – ha aggiunto Gabrielli – sono state precise e puntuali, per quanto lo può essere una scienza che non è mai esatta. Il sistema di allertamento ha comunque funzionato. Ora bisogna lavorare sull’informazione ai cittadini che devon essere messi al corrente dei rischi che corrono”.

Il capo della Protezione civile ha poi motivato la sua dura presa di posizione: “In una situazione che resta ancora così complessa – ha proseguito Gabrielli – il tema della mancata prevenzione non può che essere scontato: c’è il rispetto del territorio venuto meno, l’abbandono, la cementificazione in aree che la natura e l’esperienza dei nostri antenati ci indicavano a rischio. Mi viene da sorridere amaramente quando ci si lamenta delle inondazioni e poi si vedono case costruite là dove non sarebbero dovute essere: la verità – ha detto il numero uno della Protezione Civile – è che la natura presenta sempre il suo conto e al di là dei costi economici, ci sono costi in vite umane che non ci potremo mai perdonare”. Per Gabrielli, inoltre, il tema della prevenzione riguarda anche le singole persone: “Ho visto fotografie di persone con ombrelli sui ponti o non lontano da corsi gonfi d’acqua: il Paese, anche sotto l’aspetto della cultura della Protezione Civile e del rispetto di sè, deve ancora fare un bel tratto di strada”.

Ancor più forti le dichiarazioni del presidente dei Verdi, Angelo Bonelli: “Quello che sta accadendo inLiguria, che è accaduto la scorsa settimana a Roma e che accade sempre più spesso in Italia è un vero e proprio disastro colposo. Presenteremo un esposto per disastro colposo perché quello che sta accadendo non è legato ad eventi atmosferici straordinari o a calamità ma ad incuria e negligenza: la politica deve andare sotto processo”. Bonelli ha poi ripercorso quanto accaduto negli ultimi anni: “In 10 anni a causa di frane ed alluvioni sono morte 450 persone e almeno sette Comuni su dieci, nel nostro Paese presentano un rischio idrogeologico elevatissimo. I danni economici di quello che appare come un vero e proprio bollettino di guerra ammontano negli ultimi 20 anni a oltre 50 miliardi di euro – è il parere del presidente dei Verdi – . E’ inaccettabile che nonostante la situazione sia così critica si continui con i Piani Casa l’assalto all’Italia dove, ogni anno, si consumano 480-500 chilometri quadrati di territorio: la Liguria, poi è la regione che ha la maggiore percentuale di territorio consumato con il 45% – ha continuato il leader ecologista -. Non è accettabile che in un Paese dove ogni settimana si muore a causa di frane e alluvioni si continuino a spendere cifre astronomiche per le spese militari e per grandi opere inutili”. Angelo Bonelli, poi, ha fatto i conti in tasca al Governo e alle sue strategie: “Si spendono 15 miliardi per l’acquisto di caccia F-35, 8 miliardi per il Ponte sullo Stretto di Messina, 20 miliardi per la Tav in Val di Susa, mentre per la lotta al dissesto idrogeologico e per la difesa del suolo sono stati pressoché azzerati tutti i fondi”.

Parere simile quello del Wwf, secondo cui quanto accaduto in queste ore è “una tragedia annunciata dall’assenza di un presidio sul territorio in grado di prevenire i disastri ambientali del dissesto idrogeologico ed evitare una nuova conta delle vittime”. Per l’associazione ambientalista, si continua a pagare “un prezzo che ancora una volta i cittadini scontano sulla propria pelle perché alla cementificazione selvaggia, che passa ‘inosservato’ ai controlli degli enti locali e delle Autorità competenti e che viene puntualmente graziata dai condoni dei governi, si aggiunge la ‘colata’ di interventi edilizi autorizzati in aree a rischio che invece andrebbero liberate con i dovuti abbattimenti”.

Sulle troppe vittime causate dal maltempo è intervenuta anche la Cgil, per cui “siamo di nuovo in presenza di tragedie annunciate”. E’ il parere di Oriella Savoldi e Domenico Di Martino, del dipartimento Ambiente e territorio della Cgil nazionale. “Senza aspettare le piogge – hanno detto i due sindacalisti – opere e interventi per la messa in sicurezza restano urgenti; competenze tecniche, intelligenze e abilità vanno messe all’opera, superando la colpevole disattenzione e l’inerzia che disattende l’ordinaria necessità di manutenzione, di ripristino e di salvaguardia dai rischi ambientali, ben noti e analizzati. Il 70% dei Comuni italiani – hanno detto i rappresentanti della Cgil – secondo Ispra, sono infatti a rischio frana e alluvione. La crisi ambientale comporta scelte economiche da sostenere con fondi certi e non soltanto preannunciati, superando pigrizie e impedimenti. Non è più rinviabile – hanno detto – una inversione di tendenza che impedisca ulteriore cementificazione e allentamento di vincoli e di controlli nella realizzazione di opere necessarie, di valutazione di impatto ambientale e di riduzione dell’inquinamento”.

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