“Non ho usato nessun cellulare panamense, Lavitola chiamava ripetutamente Alfredo, che aveva da me avuto la raccomandazione di non passarmi alcuna telefonata”. Silvio Berlusconi nega di aver parlato con l’ex direttore dell’Avanti Walter Lavitola, nonostante le intercettazioni dicano il contrario, utilizzando numeri di telefono esteri perché “più sicuri”, come detto proprio da Lavitola.

Così, dopo aver spacciato la marocchina Ruby per nipote di Mubarak e aver garantito che le cene ad Arcore si svolgevano ma lui non partecipava, ora il premier prende le distanze e scarica l’ex amico Lavitola a cui pochi mesi fa suggerì di rimanere a Panama. Latitante. E scarica la responsabilità delle telefonate sul maggiordomo Alfredo, soprannominato mummia dalle ragazze che hanno frequentato le residenze del Cavaliere.

A dare voce al premier è Bruno Vespa, non nel salotto di Porta a Porta, ma nell’ormai consueto libro natalizio del conduttore di Rai Uno. “Non ho usato nessun cellulare panamense. Lavitola chiamava ripetutamente Alfredo, che aveva da me avuto la raccomandazione di non passarmi alcuna telefonata. Lui pensò che io non mi fidassi dei normali telefoni, e allora disse ad Alfredo che gli avrebbe fatto avere dei telefoni sicuri. Alfredo me ne parlò, ma io rifiutai e commentai che quelli erano sistemi da criminalità organizzata”, racconta Berlusconi nel libro. Una sera, prosegue ancora Berlusconi,“Alfredo si affacciò alla porta del mio studio con un cellulare in mano. ‘Dottore’, mi disse ‘Lavitola ha chiamato almeno 20 volte, vuole rispondergli almeno una volta?’. Ci parlai – conclude – ma con il convincimento che il cellulare fosse quello di Alfredo”.

Anche per quanto riguarda i suoi rapporti con Gianpaolo Tarantini il premier nega quanto rivelato dalle indagini della procura di Bari. “Non gli ho reso un solo favore. Non l’ho assolutamente presentato e messo in contatto con persone di Finmeccanica; un giorno lo sentii al telefono mentre ero a fianco di Guido Bertolaso, glielo passai per un saluto ma nemmeno dalla Protezione Civile ebbe alcunché”, confida il Cavaliere a Vespa.

Non solo. Il premier si spinge oltre e smentisce su tutta la linea le telefonate intercorse con l’ex editore e direttore de l’Avanti. “E’ incredibile leggere che Lavitola si aspettasse questo e addirittura alcune deleghe di Gianni Letta. Non sono mai stato a conoscenza di niente di tutto questo. Tenga conto che nemmeno la sua candidatura alle elezioni europee del 2004 passò attraverso di me”. Insomma, i rapporti con Lavitola li teneva il maggiordomo. Tutta colpa d’Alfredo.

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