Una manciata di ore fa il nostro presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è accorto – come capitò al giovane Siddharta quando scoprì l’esistenza in Terra della malattia, della vecchiaia e della morte – che la nostra comunità è gravata da tre malanni: la mancanza di verità in politica, l’evasione fiscale e il debito pubblico.

Lo ha rivelato a una folla festante
di funzionari e militanti di Comunione e Liberazione (10mila secondo gli organizzatori, almeno il doppio secondo la Questura) che da una quarantina d’anni abitano proprio la sponda veritiera della politica italiana in Compagnia di migliaia di aziende, tutte in regola con il fisco come la madre Chiesa, e per nulla responsabili del debito pubblico creato a suo tempo da un ceto politico mai invitato al Meeting di Rimini, come De Mita, Forlani, Andreotti, Mastella, Tremonti, Berlusconi.

Con questa rivelazione Giorgio Napolitano perfeziona i sui cinque anni di Quirinale durante i quali, oltre ai moniti, ha firmato: per la promozione della verità in politica il Lodo Alfano e il Legittimo impedimento; per l’equità fiscale lo Scudo sui capitali esteri; per il risanamento del debito pubblico tutte le ultime Leggi di spesa.

Il Fatto Quotidiano, 23 agosto 2011

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