Il tavolo dell'incontro tra governo, sindacati e parti sociali

Il Paese precipita. Silvio Berlusconi annuncia alle parti sociali un decreto anticrisi senza dire come intende trovare i 23 miliardi necessari per anticipare la manovra. E infatti tutti, dalla Cgil alla Confindustria, si dicono assolutamente delusi: “Un governo non all’altezza”, dice Susanna Camusso. E persino il fidatissimo sottosegretario Gianni Letta si lascia sfuggire un drammatico “precipita tutto”. Così Giorgio Napolitano stamani ha deciso di anticipare il rientro da Stromboli e alle 17.30 incontrerà Berlusconi, Letta e il ministro dell’economia, Giulio Tremonti. I due saliranno al Quirinale dopo la relazione del titolare di via XX Settembre alle Camere. Tremonti, stamani, ha incontrato Gianfranco Fini. Un colloquio con il presidente della Camera, nello studio di quest’ultimo, prima dell’audizione davanti alle commissione congiunte, di Senato e Camera, Affari costituzionali e Bilancio.

Ieri il governo ha incontrato le parti sociali e annunciato un cdm straordinario per approvare in tempi rapidi un decreto legge anti crisi, che potrebbe arrivare il 16 agosto. E’ quanto annunciato dal governo durante il tavolo con le parti sociali a Palazzo Chigi. Dopo l’incontro, il premier ha convocato un vertice di maggioranza a palazzo Grazioli per definire tempi e modi degli interventi annunciati, che si è concluso dopo mezzanotte.

”Confermo tutti gli impegni presi. Faremo tutto presto e bene e in maniera inequivoca”, ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, aprendo il tavolo. Abbiamo ”assunto impegni gravosi, come l’anticipo al 2013 del pareggio di bilancio – ha continuato il premier -. Abbiamo constatato che c’era attesa per un provvedimento del governo. Io ed il ministro Tremonti ci siamo impegnati a convocare un probabile consiglio dei ministri entro il 18 di questo mese. E forse riusciremo anche ad anticipare quella data. Ci siamo impegnati ad inserire in Costituzione il pareggio di bilancio. I temi dell’agenda restano validi. Anzi, su alcuni punti, come la modifica agli articoli 41 e 81 della Costituzione, ci stiamo già muovendo”.

Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha reso noto che il rapporto deficit/pil al 3,8% di quest’anno scenderà tra l’1,5% e l’1,7% nel prossimo anno per arrivare al pareggio nel 2013. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta ha annunciato che nei prossimi giorni partiranno tavoli tematici sul lavoro e sulle infrastrutture. Il primo tavolo, sul mercato del lavoro, sarà presieduto dai ministri Sacconi e Brunetta, il secondo tavolo, sulle infrastrutture, dai ministri Matteoli e Romani. “In questi cinque giorni tutto è cambiato, tutto è precipitato. La realtà è in rapida evoluzione al punto che è diversa dall’avvio di questo tavolo”, ha commentato Letta, secondo cui il governo sta valutando tutte le ipotesi.

Dai sindacati è arrivata la richiesta al governo di fare presto con le nuove misure. “La gente vuole equità al di là del linguaggo criptico della politica. Serve ripulire l’impianto amministrativo, fare una riforma fiscale e le liberalizzazioni”, ha detto il leader della Cisl Raffaele Bonanni. Un invito alla coesione sociale è arrivato da Susanna Camusso, segretario della Cgil, che dice “no a interventi sulle pensioni, sui redditi del lavoro dipendente, su sanità e su assistenza. Bisogna chiedere di più a chi non ha dato, con una tassazione significativa sui grandi patrimoni, sull’evasione e sui costi della politica”. Al termine del vertice Camusso ha commentato: ”L’incontro non è stato all’altezza dei problemi che abbiamo e della trasparenza che sarebbe necessaria”.

Le parti sociali hanno poi chiesto, con una posizione comune frutto dell’accordo raggiunto nel pre vertice, di lasciare ad un accordo tra imprese e sindacati la riforma del mercato del lavoro, evitando un intervento per legge. Di fronte fronte sociale “unito e compatto” aveva parlato prima che iniziasse l’incontro col governo il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia.

Sul fronte della maggioranza, il segretario del Pdl Angelino Alfano ha fatto il punto della situazione con i capigruppo Pdl di Camera e Senato ed ha sentito al telefono il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. E mentre circolano mille ipotesi sulle misure da approvare per fronteggiare la crisi (si discute di previdenza e patrimoniale che però non sarebbe ben vista dal premier) i diversi schieramenti si riuniscono e fissano i loro paletti. Ieri la Lega ha affidato alla Padania l’altolà sul sistema previdenziale: “Le pensioni dei lavoratori non si toccano”. E il Pd ha chiesto che a pagare non sia “la povera gente” e oggi con il segretario Pierluigi Bersani afferma: “Pretenderemo dal Governo di avere finalmente parole chiare e precise sulle sue intenzioni. Se non saranno soddisfacenti, faremo le nostre proposte alternative”. Ma il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto rinvia ogni decisione al tavolo con industrie e sindacati: “Le componenti interne della manovra saranno definite dal governo dopo l’incontro con le parti sociali”. Mentre il Terzo Polo chiede che domani alla Camera si presenti anche il premier e Francesco Rutelli, leader dell’Api, vuole che il governo chiarisca quali sono gli impegni presi con la Bce e conferma la responsabilita’ del suo schieramento, ma solo per “misure e riforme coraggiose, non per un menu’ di ricette contraddittorie che rischiano di ammazzare il cavallo”.

Per mettere a punto le diverse proposte tra oggi e domani è prevista anche una girandola di incontri dei diversi schieramenti politici. Oggi pomeriggio, verso le 18, il Pd riunirà il suo vertice, con il segretario e i responsabili economici del partito, per fare il punto prima dell’audizione del ministro Tremonti domani alle commissioni di Camera e Senato. Poi sarà la volta del Pdl, i cui dirigenti e ministri sono stati convocati dal segretario Angelino Alfano al termine dell’incontro tra governo e parti sociali. Infine domani doppio incontro. Il terzo Polo terrà una riunione dei suoi leader domani mattina verso le 9 e lo stesso farà il Pd che chiamerà a raccolta i gruppi di Camera e Senato verso le 9,30. Poi alle 11 tutti nella sala del Mappamondo di Montecitorio per ascoltare le parole del ministro dell’Economia.

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