Il campionato italiano di serie A potrebbe fermarsi prima ancora di cominciare. Colpa di una firma, quella sul contratto collettivo che mette in fila diritti e doveri di calciatori e società, che tarda ad arrivare. Cosa che irrita, e non poco, Damiano Tommasi, 37enne ex centrocampista della Roma dallo scorso maggio numero uno dell’Associazione dei calciatori.

Tommasi non accetta che la Lega di serie A non abbia ancora preso la penna per siglare formalmente l’intesa che sembrava raggiunta da mesi. Il nodo da sciogliere è l’articolo 7: regolamenta modi e tempi dei giocatori fuori rosa, che per ragioni diverse vivono ai margini della squadra che detiene il loro cartellino. L’Assocalciatori vorrebbe ci fosse per loro maggiore flessibilità, anche e soprattutto in materia di allenamenti. Va bene fare il muso duro nei confronti di un proprio dipendente che non accetta le condizioni proposte dal club di appartenenza, ma fino a un certo punto. Negare a un calciatore di allenarsi con il resto del gruppo è un gesto da condannare, punto e a capo, lascia intendere Tommasi. E dunque, fine dell’attesa. Se la Lega di A non firma prima dell’inizio del campionato, l’Assocalciatori punterà i piedi e farà sciopero, bloccando di fatto l’inizio del torneo.

Incontri per cercare un’intesa? “A dire il vero – dice Tommasi – noi l’accordo l’abbiamo trovato e sottoscritto. Sento continuamente dire che manca poco, che ci vuole poco, ma quel poco da parte della Lega non arriva mai. La questione va avanti dalla passata stagione. Nei mesi scorsi abbiamo deciso di non fermare il campionato mentre era in corso. Ma ora, se non arriva a conclusione la vicenda, è il caso di non partire”. L’ex calciatore della Roma e della nazionale italiana si riferisce a quanto accadde nel dicembre del 2010, con lo sciopero dei calciatori che venne ritirato all’ultimo per gentile concessione alla Federcalcio, intervenuta in tutta fretta per riunire intorno a un tavolo Lega di A e Assocalciatori. L’incontro si chiuse con una stretta di mano e una promessa più o meno convincente a rivedersi qualche settimana più tardi per porre fine alla questione. Invece, nulla. Un rinvio dopo l’altro. E scaramucce recapitate a mezzo stampa.

La Lega del presidente Maurizio Beretta vuole avere le mani libere e non accetta vincoli che possano mettere un freno alla libertà di movimento delle società che rappresenta. Tommasi non vuole sentire ragioni. E aspetta. Al via della serie A mancano una ventina di giorni, la palla è ora in mano a Beretta. Se decide, bene, altrimenti si ferma tutto. Per la gioia di tutti i tifosi che in queste ultime settimane hanno letto tanto, tantissimo, a proposito di faccende che poco o nulla hanno a che fare con il calcio giocato.

di Dario Pelizzari

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