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Processo Ruby, avvocati di Fede all’attacco: “Competenza al tribunale di Messina”

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“La competenza territoriale del caso Ruby è a Messina”. Così gli avvocati di Emilio Fede si sono difesi nell’udienza preliminare, al tribunale di Milano. Nadia Alecci e Gaetano Pecorella, difensori del direttore del Tg4, hanno spiegato che Fede è nel merito totalmente estraneo alle accuse, e hanno posto al gup di Milano Maria Grazia Domanico la questione preliminare di incompetenza dei magistrati milanesi ad indagare e a giudicare. La ragione dello spostamento a Messina, secondo i legali, sta nel fatto che i pm fanno partire l’attività di induzione e favoreggiamento della prostituzione di Ruby dall’ormai famoso concorso di bellezza di Letojanni (Messina) nel settembre del 2009.

Come ha spiegato l’avvocato Alecci, infatti, “il reato più grave contestato a Fede (ed anche a Lele Mora e a Nicole Minetti, ndr) è l’induzione e il favoreggiamento della prostituzione minorile”. E, ha proseguito l’avvocato, “il primo atto secondo l’accusa che concretizza l’induzione alla prostituzione è il concorso di Letojanni”. Da qui secondo i legali la competenza del Tribunale di Messina. I pm infatti, nel capo di imputazione, spiegano che l’adescamento di Ruby da parte di Fede, Mora e Minetti si verifica nel settembre 2009 in occasione del concorso di bellezza, quando la ragazza aveva 16 anni. I pm nella scorsa udienza avevano già ribadito la richiesta di rinvio a giudizio per i tre imputati.

Anche i legali di Silvio Berlusconi, nel processo a carico del premier per il caso Ruby che riprenderà lunedì prossimo, hanno presentato una questione di incompetenza territoriale. Secondo la difesa del premier, la competenza territoriale si radica a Monza perché la Procura contesta i presunti festini a luci rosse che sarebbero avvenuti ad Arcore, che ricade sotto Monza.

Nell’udienza di oggi è previsto l’intervento dei legali di Chiara Danese e Ambra Battilana, le due ex miss piemontesi di 19 anni che si sono costituite parti civili. Gli avvocati Patrizia Bugnano e Stefano Castrale, legali di Ambra e Chiara (le due giovani non sono presenti all’udienza), hanno parlato oggi davanti al gup per chiedere i danni di immagine, morali e patrimoniali per le due ragazze, che avrebbero partecipato ad un presunto festino hard ad Arcore il 22 agosto scorso. In sostanza i due legali hanno sostenuto l’ipotesi della pubblica accusa e hanno rimarcato come dalle indagini processuali emerge “la cura con cui venivano scelte e selezionate le giovani ospiti dei presunti festini a luci rosse ad Arcore. Gli avvocati Bugnano e Castrale hanno inoltre sottolineato che “gli atti dell’inchiesta sono tali e tanti per cui si impone il rinvio a giudizio”.

All’udienza è presente anche l’avvocato Egidio Verzini, legale di Ruby, che è parte offesa nel procedimento. L’avvocato Verzini, prima di entrare in aula, ha spiegato ai cronisti che il 22 luglio, quando è fissata una conferenza stampa con lo stesso avvocato e la giovane marocchina, “parleremo anche della strategia processuale”. Il legale infatti non ha ancora deciso se Ruby sarà o meno parte civile nel processo sui presunti festini a luci rosse ad Arcore e non ha ancora sciolto la riserva su una eventuale costituzione di parte civile nel procedimento a carico di Fede, Mora e Minetti.

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