A dicembre erano solo poche decine. Oggi sono migliaia. I cittadini emiliano romagnoli che si oppongono alla costruzione della Cispadana lottano da mesi, senza sosta. Raccogliendo sempre più adesioni. E dopo Bruxelles, la loro causa approda anche sui tavoli del ministero dell’Ambiente. Il via libera alla prima autostrada regionale arriverà proprio da Roma. Ed è qui che il comitato di protesta ripone le ultime speranze.

Accolta da Confidustria ma temuta da molti degli abitanti delle zone interessate che la ritengono “inutile e dannosa”, la Cispadana è l’autostrada che entro il 2016 dovrebbe collegare Ferrara al Brennero, attraversando anche le aree di Modena, Reggio e Parma. Dopo la consegna del progetto preliminare da parte della Regione alle amministrazioni coinvolte, a fine gennaio si è aperta la discussione alla Conferenza dei servizi per arrivare all’approvazione definitiva, prevista per maggio.

Insieme a Confindustria, anche Legacoop, Confesercenti e Confcommercio hanno assicurato il pieno sostegno. Ma la Regione deve fare i conti anche con il fronte del no. A battersi sono soprattutto gli abitanti del piccolo comune di Sant’Agostino. Realtà principalmente rurale, con meno di settemila abitanti e situata nell’Alto ferrarese, Sant’Agostino sarà uno dei comuni più coinvolti nella costruzione della nuova autostrada. E proprio per questo intere famiglie si sono mobilitate, dando vita a un Comitato spontaneo di protesta, che in pochi mesi ha raccolto complessivamente più di 3500 firme, portando la questione anche all’attenzione del Presidente della Repubblica e della Comunità Europea. Una vera sollevazione popolare, quella dei cittadini di Sant’Agostino, che non vogliono rassegnarsi ad “avere una colata di cemento fuori dal cortile”. Gli appelli, sostenuti anche dal Movimento 5 Stelle, parlano chiaro: “Se verrà approvato il progetto preliminare dell’autostrada Cispadana il nostro territorio subirà danni ambientali irreversibili. Non può una scelta imposta dall’alto stravolgere la vita e la salute di un paese che sarà tagliato in due dal traffico”.

Alla preoccupazione si aggiunge la rabbia: “Potete immaginare cosa significa trovarsi da un momento all’altro un autostrada vicino a casa? – spiega Lorenzo, uno dei promotori della protesta – Non potremo più uscire in giardino. In pochi mesi le nostre case non avranno più valore. Chi vorrebbe abitare a ridosso di un’autostrada?”.

Il gruppo non vuole passare per impreparato e per questo ha studiato le 4000 pagine del progetto facendosi aiutare da Stefano Montanari, esperto di inquinamento da nanoparticelle. L’obiettivo è dimostrare attraverso dati scientifici quali danni alla salute porteranno le 17mila automobili che ogni giorno, secondo le previsioni del comitato, passeranno dalla tratto vicino a Sant’Agostino. I risultati delle analisi sono stati raccolti in una relazione consegnata nei giorni scorsi al ministero dell’Ambiente. “L’ultimo parere sull’impatto ambientale dell’opera arriverà dal ministero – ha spiegato Cinzia, alla guida del comitato – speriamo che prima di esprimersi tenga in considerazione il nostro dissenso”.

I rischi ambientali elencati nel documento depositato a Roma non riguardano solo l’aumento delle polveri sottili, ma vanno dal dissesto idrogeologico, all’inquinamento delle falde acquifere.

E preoccupati sono anche alcuni agricoltori della zona di Modena, secondo i quali la vicinanza dei terreni all’autostrada potrebbe impedire, a causa dell’aumento della contaminazione da metalli pesanti, le colture specializzate tipiche del territorio della Bassa modenese.

Il comitato accusa la Regione di “agire solo per interessi economici” e di non aver coinvolto la popolazione nella progettazione: “Stanno scherzando con la salute della gente solo per soddisfare gli interessi di pochi”. Al tavolo della Conferenza, presieduto dalla Regione Emilia Romagna, siedono il vertice della Società Autostrada Regionale Cispadana (guidata dalle società capofila Autobrennero, Pizzarotti Parma e Coop Sette Reggio) i presidenti delle Province di Modena, Reggio e Ferrara, i sindaci dei tredici Comuni tagliati dall’asse autostradale, i Consorzi di Bonifica e tutti gli enti e le società in qualche modo impattate dall’opera. Non sono previsti né rappresentanti dei cittadini, né esponenti di Legambiente. Ma l’assessore Peri difende l’operato della Regione. Nessuno stop ai lavori: “È un’occasione storica, consentirà di dare risposte alla viabilità non solo di questi territori, ma dell’intera Emilia Romagna”. E respinge le accuse del comitato “I punti di criticità sono pochi, e stiamo a lavorando per risolverli. Il comitato non rappresenta la totalità dei cittadini, che invece ha opinioni diverse”.

Di Cispadana si parla da anni, anche se il progetto attuale risale al 2006. Lunga più di 67 chilometri, unirà l’A22 del Brennero, nei pressi di Reggiolo, all’autostrada Bologna-Padova nell’innesto per la superstrada Ferrara-mare. “Un’opera prioritaria” secondo il presidente della Regione Vasco Errani, che cambierà il volto del territorio e che si andrà a sovrapporre con quella comunemente definita “strada cispadana”, ossia la provinciale.

L’investimento complessivo ammonta a più di un miliardo e 150 milioni, in parte a carico dei privati. La Regione infatti metterà circa 180 milioni, mentre il resto sarà sborsato dalle società che si sono aggiudicate l’appalto, tra le quali figurano anche Autostrada del Brennero Spa, Coopsette e il colosso delle costruzioni Pizzarotti Spa. Una volta terminati i lavori, il consorzio formato dalle diverse società avrà la gestione dell’autostrada per circa 50 anni.

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