tg24.sky.it, 1 marzo 2010:
Karl Theodor von und zu Guttenberg ha deciso di rassegnare le sue dimissioni da ministro della Difesa tedesco. Il politico della Csu, il partner bavarese della coalizione che sostiene Angela Merkel, era stato accusato di aver copiato ampie parti della sua tesi di dottorato all’Università di Bayreuth. Dopo che, anche in rete, erano stati documentati tutti i presunti plagi nel suo testo, il ministro si era difeso al Bundestag ammettendo di aver lavorato superficialmente e di essersi dimenticato di segnare tutte le citazioni nella sua tesi. Una linea difensiva che però non era bastata. Dopo le proteste del mondo accademico e dopo aver perso il titolo di dottore, Guttenberg ha deciso di lasciare il dicastero.

Guttenberg ha informato con una lettera la Cancelliera della propria decisione, spiegando di aver deciso di “assumersi la responsabilità che di solito pretende dagli altri“. Nel testo l’ormai ex ministro ha espresso tutta la sua preoccupazione che lo scandalo possa avere effetti negativi e di immagine anche sulla Bundeswehr, l’esercito federale. Proprio la scorsa settimana tre soldati tedeschi sono morti in Afghanistan e, ha sottolineato il ministro, si è parlato più della sua tesi che di loro.

Adnkronos/Dpa, 1 marzo 2010:
Oltre a rassegnare le dimissioni dall’incarico di ministro, il titolare della Difesa del governo di Berlino, Karl-Theodor zu Guttenberg, ha comunicato al Bundestag l’intenzione di rinunciare al suo mandato di parlamentare.

Laura Salvetti, moglie del Professor Luigi Firpo, L’Unità, 27 marzo 2006:
Era subito dopo le vacanze estive, credo in settembre. Firpo, quando scoprì in tv che Berlusconi aveva copiato la sua versione dell’Utopia, si attaccò subito al telefono per avere quel libro. Gli risposero che era un’edizione privata, in pochi esemplari, riservata all’entourage del Cavaliere. Ma lui, tramite l’associazione milanese degli Amici di Thomas More, riuscì a procurarsi una copia in visione. La sfogliò e sbottò: ‘Non è un plagio, è peggio! Quello ha copiato interi brani della mia prefazione e la mia traduzione integrale dal latino, mettendoci la sua firma. Non ha cambiato nemmeno le virgole!’. Prese carta e penna e scrisse a Berlusconi, intimando di ritirare subito tutte le copie e annunciando che avrebbe sporto denuncia. Qualche giorno dopo squillò il telefono di casa: era Berlusconi.

Berlusconi incolpò subito una collaboratrice, che a suo dire avrebbe copiato prefazione e traduzione a sua insaputa. E implorò Firpo di soprassedere, pur precisando di non poter ritirare le mille copie già stampate e regalate ad amici e collaboratori. Firpo, capito il personaggio, cominciò a divertirsi alle sue spalle. Lo teneva sulla corda con la causa giudiziaria.E Berlusconi continuava a telefonare un giorno sì e un giorno no, con una fifa nera. Pregava di risparmiarlo, piagnucolava che uno scandalo l’avrebbe rovinato.

Passava intere mezz’ore al telefono col Cavaliere. E alla fine correva a raccontarmele, fra l’indignato e il divertito: ‘Sapessi quante barzellette conosce quel Berlusconi. È un mercante di tappeti, una faccia di bronzo da non credere, sembra di essere in una televendita’.

Firpo seguitava a fare l’offeso, ripeteva che la cosa era grave e la stava ancora valutando con gli avvocati. Un giorno lo invitarono a Canale5 per parlare del Papa e si ritrovò Berlusconi dietro le quinte che gli porgeva una busta con del denaro, ‘per il suo disturbo e l’onore che ci fa’. Naturalmente la rifiutò. Poi a Natale arrivò un corriere da Segrate con un bouquet di orchidee che non entrava neppure dalla porta e un pacco: dentro c’era una valigetta ventiquattr’ore in coccodrillo con le cifre LF in oro.

Rispedì la borsa a Berlusconi, con un biglietto beffardo: ‘Gentile dottore, la ringrazio della sua generosità, ma gli oggetti di lusso non mi si confanno: sono un vecchio professore abituato a girare con una borsa sdrucita a cui sono molto affezionato. Quanto ai fiori, la prego anche a nome di mia moglie Laura di non inviarcene più: per noi, i fiori tagliati sono organi sessuali recisi’… Non lo sentimmo mai più”.

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