Abolire la posta tradizionale per salvare le foreste. Se il nostro indirizzo di casa fosse sostituito da un omologo virtuale, il mittente risparmierebbe carta, soldi e francobolli senza rischiare che il messaggio arrivi in ritardo o, peggio ancora, non giunga a destinazione. E anche in caso di calamità naturale, quando vie e abitazioni sono difficili da raggiungere, la posta non andrebbe smarrita. Marco Pellegrini, 45 anni e professionista ict (Information and Communication Technology) ha creato EcoPost.org, la piattaforma che consente agli iscritti di fare a meno di postini e buste.

Oggi il sistema è ancora in fase beta, sta raccogliendo le segnalazioni degli utenti per migliorare il servizio e registra accessi in aumento (per questo, in attesa di server che possano reggere il traffico, chi naviga ha solo 10 tentativi per registrarsi). “Abbiamo dato una casella di posta elettronica ad ogni indirizzo geografico stradale del mondo”, si legge sul sito. Basta localizzare la propria abitazione sulla mappa per creare la relativa mail EcoPost (nazione.regione.provincia.comune.via.civico@EcoPost.org), dove arriveranno i messaggi. La casella, proprio come quella reale, è solo ricevente e chi vuole inviare posta, conoscendo già città e via, non deve fare altro che spedire una email all’indirizzo virtuale corrispondente. Nel caso in cui il destinatario non l’avesse ancora attivato il mittente sarà avvisato e nessuna comunicazione digitale andrà persa.

Il vantaggio rispetto all’email tradizionale è che chiunque, per esempio un’amministrazione pubblica, potrà raggiungere il destinatario attraverso un dato già conosciuto e pubblico, cioè l’indirizzo di casa. “La riservatezza così è garantita”, spiega Pellegrini. “Il servizio è gratuito. Le macchine smistano la posta, noi ci limitiamo a controllare che tutto funzioni correttamente. EcoPost è nato per tutelare l’ambiente, riducendo il consumo di carta ed evitando l’uso dell’inchiostro. La tecnologia infatti ci consente di trasferire informazioni risparmiando sulle emissioni di Co2”. EcoPost può essere utile anche in caso di catastrofi naturali: “Quando le abitazioni vengono spazzate via, come nel caso del terremoto in Abruzzo o dell’alluvione in Veneto, i residenti possono continuare a ricevere la posta, basta avere un accesso a Internet. E la puntualità delle comunicazioni, soprattutto nelle situazioni di emergenza, è un fattore chiave della velocità di ripristino della normalità”.

Visto che lettere e raccomandate sono solo la punta dell’iceberg dell’universo cartaceo, Pellegrini ha già in mente modifiche che consentiranno di associare la casella virtuale a codice fiscale, patente o passaporto. Utopia difficile da realizzare? Niente affatto: “Troviamo esempi nella vita di tutti i giorni”, prosegue. “Un cittadino potrà registrare la sua carta di identità su EcoPost con il numero che la identifica, e lì ricevere gli avvisi del Comune. E ancora: ogni auto è identificata da una targa e tra pochi anni l’assicurazione invierà un messaggio direttamente sul cruscotto del guidatore. Lo stesso avverrà per le multe o le notifiche di revisione. E’ solo questione di tempo, ma il paradigma si applicherà a tutti gli oggetti che siamo soliti usare quotidianamente”. Quindi dobbiamo dire addio al vecchio indirizzo postale e al piacere di ricevere, qualche volta, lettere ‘tradizionali’? “L’indirizzo tradizionale esisterà sempre”, precisa Pellegrini, “ma sarà sempre meno conveniente usarlo. Per questo oggi si impone il salto definitivo: per comunicare non serve più la carta che è inefficiente e lenta, oltre che dannosa per l’ambiente”.

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