Stipendi

Roma, Raggi archiviata dalla Corte dei Conti: aumento dei compensi di Marra e Romeo non fu danno erariale

3 Aprile 2018

La sindaca di Roma Virginia Raggi incassa un’altra archiviazione. A firmarla, questa volta, è la procura regionale della Corte dei Conti e riguarda il procedimento sulle “nomine illegittime effettuate dalla giunta della sindaca di Roma Virginia Raggi con conseguente erogazione di compensi diretti in favore di Marra Raffaele e Romeo Salvatore”. Nomine avvenute nell’estate 2016. Sui compensi in questione, certifica la Corte dei Conti del Lazio, non v’è stato alcun danno erariale. L’eventuale danno ruotava, per quanto riguarda il compenso di Romeo, intorno al significativo aumento del suo stipendio: da 39mila euro a ben 110mila, poi ridotto a 93mila euro annui, su richiesta dell’Anac.

L’archiviazione sul danno erariale si aggancia a quella, ottenuta meno di due mesi fa, sulla stessa nomina di Marra e Romeo, per la quale era stata indagata con l’accusa di abuso d’ufficio. Sono stati gli stessi pm Paolo Ielo e Francesco dall’Olio, che avevano istruito il fascicolo, a chiedere l’archiviazione sia per Raggi – assistita dall’avvocato Alessandro Mancori – sia per Romeo, definendo “non corretta” la procedura che aveva portato quest’ultimo alla promozione, procurandogli “un ingiusto vantaggio patrimoniale”, ma precisando che nell’iter non vi fu alcun dolo. La vicenda s’arricchì d’un dettaglio che, durante le indagini, fece discutere parecchio: nel fascicolo trovarono spazio anche le tre polizze sulla vita – del valore di 41mila euro – che Romeo aveva intestato alla sindaca. Il gip non soltanto ha accolto la richiesta di archiviazione con una motivazione più ampi di quella avanzata dalla procura – “L’inconsistenza degli addebiti impone l’archiviazione del procedimento per l’inconsistenza della notizia di reato” – ma sul caso polizze ha scritto che “appare piuttosto stravagante e comunque probatoriamente inconsistente conferire valenza illecita alle tre polizze assicurative che indacavano Virginia Raggi quale beneficiaria soltanto in caso di morte di Salvatore Romeo”.

Resta in piedi invece l’accusa di falso ideologico, che vede Raggi imputata nel processo con rito immediato, per la nomina di Renato Marra – fratello del suo ex braccio destro Raffaele – che passò dal ruolo di vicecapo della polizia municipale a quello di direttore del settore Turismo del Campidoglio. Secondo le accuse, Raggi ha mentito all’Anac quando dichiarò che la nomina di Marra fosse esclusivamente una sua scelta. Una dichiarazione che sembra smentita dalle chat intercorse proprio con Raffaele Marra e sequestrate a quest’ultimo nell’ambito delle indagini che lo vedono indagato, con l’accusa di corruzione, insieme con il costruttore Sergio Scarpellini. E se l’accusa di falso ideologico giunge dall’analisi delle chat con Marra, Romeo e l’ex vice sindaco Daniele Frongia, le accuse archiviate sulle nomine illegittime nascono invece dal dossier che, nel novembre 2016, fu presentato in procura dall’ex capo di gabinetto in Campidoglio, Carla Raineri. Resta in piedi, infine, il fascicolo per diffamazione, avviato dopo la denuncia del Pd firmata direttamente dal suo tesoriere Francesco Bonifazi, che denunciò la sindaca per aver scritto su Facebook: “Affari con Mafia Capitale? Mica siamo il Pd”. Anche in questo caso è stata avanzata richiesta di archiviazione sulla quale, dopo l’opposizione dei denuncianti, il gip deciderà il 13 giugno.

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