L’inchiesta

Elezioni, il tesoriere di Fi ai finti lobbisti di FqMillenniuM: “Vi faccio incontrare Berlusconi”

La promessa del senatore Messina ai due giornalisti del mensile del Fatto che si erano finiti lobbisti disposti a finanziare il partito: “Lo conoscerete a marzo, lui tiene conto di queste cose”. Dopo la pubblicazione dell'inchiesta, la conferenza stampa dei 5 Stelle in Senato con Di Maio sui buchi della legge. Il reportage inviato a tutti i partiti, con la disponibilità della testata di partecipare a iniziative analoghe

Di Luigi Franco e Thomas Mackinson
6 Febbraio 2018

Dalle cene eleganti agli assegni consistenti. Si può incontrare il politico più ricco d’Italia anche pagando, ma parecchio. “Certamente, a marzo. Lui tiene conto di queste cose”, assicura il tesoriere di Forza Italia Alfredo Messina.

I finti lobbisti gli hanno appena comunicato che l’operazione si fa, il versamento è stato deliberato e resta solo un favore supplementare: la possibilità di un incontro privato con lui, il presidente Silvio Berlusconi. Ora si può contare sull’aiuto del suo fido cassiere per un appuntamento? “Sì sì, naturalmente. Certo”. Bingo. I due consulenti della Mei Consulting, la società (in realtà inesistente) che fa gli interessi di facoltosi investitori arabi pronti a entrare nel mercato italiano della sigaretta elettronica, sono riusciti ad arrivare fino all’ex Cavaliere. È bastato un sito farlocco, una manciata di biglietti da visita, un vestito buono e la promessa di contribuire alla campagna elettorale di Forza Italia.

Come raccontato nell’inchiesta sotto copertura sul numero in edicola del mensile Fq Millennium, a favorire l’incontro con Messina era stato il senatore di FI Lucio Malan, uno dei sei parlamentari incontrati nei quattro giorni – dal 15 al 18 gennaio – dopo avere contattato le segreterie di diversi onorevoli. “Alfredo? Sono venuti da me due gentilissimi signori che curano gli interessi della sigaretta elettronica”, dice chiamandolo davanti ai nostri occhi per informare il tesoriere dell’intenzione di finanziare il partito. Sul cartoncino del Senato segna il numero diretto di Messina, promettendo anche “un comunicato in favore delle vostre istanze, indipendentemente dal contributo”.

L’appuntamento con il tesoriere è fissato per quattro giorni dopo, nel suo ufficio presso la sede romana di Forza Italia. I lobbisti per caso escono con l’Iban di Forza Italia e precise istruzioni su come finanziare il partito con somme superiori al tetto da 100mila euro previsto dalla legge e con la garanzia per i donatori di rimanere totalmente anonimi: “Basta non dare l’autorizzazione a rendere pubblica la cosa – spiega il tesoriere –. Per la legge sulla privacy”. Nel corso dell’incontro Messina – un passato ai vertici di aziende Fininvest e di Mediolanum – nulla domanda sulla provenienza dei fondi. E alla fine si congeda con una promessa inaspettata: “Vedrà che insomma, questa iniziativa la porteremo a conoscenza anche… a tutti i livelli. Quindi insomma, un impegno ci sarà sicuramente”.

Una disponibilità che abbiamo voluto verificare con una telefonata a Messina a distanza di due giorni dalla “riunione”. Subito gli diamo conferma dell’intenzione degli investitori di convocare a breve un consiglio di amministrazione per deliberare il versamento. Poi gli buttiamo lì quella velleità dei nostri pretenziosi sceicchi sull’appuntamento privato con l’ex Cavaliere. “Durante la campagna elettorale – risponde Messina – è un po’ complicato effettivamente, perché ci sono i giorni contati. Certamente, a marzo. C’è da dire che tiene conto di queste cose”.

Permeabilità di Camera e Senato alle richieste delle lobby, inefficacia del regolamento varato da Montecitorio due anni fa sui portatori di interesse e scarsa trasparenza sulla provenienza dei finanziamenti privati ai partiti. I temi affrontati nell’inchiesta irrompono ora anche nella campagna elettorale. Il M5S ha organizzato per oggi alle 14.30 una conferenza stampa al Senato invitando gli autori dell’inchiesta a raccontare l’esperienza. “Lobbisti in Parlamento: così gli uomini dei partiti prendono i finanziamenti aggirando la legge” è il titolo dell’evento a cui parteciperanno il candidato premier Luigi Di Maio, i parlamentari Roberto Fico e Paola Taverna, i candidati per il M5S a Roma Dino Giarrusso e ad Agropoli Alessia D’Alessandro. “Con il M5S al governo l’attività di lobbying verrà rigidamente regolamentata”, promettono i Cinque Stelle in una nota. Abbiamo spedito una copia del servizio anche al presidente del Senato e candidato premier per Liberi e Uguali Pietro Grasso, alla presidente della Camera e candidata per LeU Laura Boldrini, al segretario del Pd Matteo Renzi, al segretario della Lega Matteo Salvini, alla segretaria di FdI Giorgia Meloni, alla leader di Più Europa Emma Bonino. Intanto, tra le reazioni da registrare, quella del deputato del Pd Walter Verini, l’unico tra quelli incontrati insieme a Gianluca Pini (Lega) a respingere con fermezza il finanziamento offerto: “Non demonizzo chi sostiene interessi di parte – ha detto all’Ansa – purché lo faccia in maniera trasparente e legittima. Non in maniera opaca e con scambio di denaro”. Riceverà via sms i complimenti di Walter Veltroni che gli scrive “sono orgoglioso di te”.

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