Il commento

La sinistra che “Però, Salvini…”

Reazioni - L’elettore gauchiste dei 5 Stelle ormai ha più paura di Renzi che dei leghisti

16 Maggio 2018

Ci avete fatto caso? I delusi di sinistra, avvicinatisi negli anni al Movimento 5 Stelle, sono così sgomenti che ormai non riescono neanche più ad aver paura di Matteo Salvini. Certo, qualche elettore illustre che già si pente d’aver votato i grillini c’è. Per esempio Ivano Marescotti, che subito dopo il voto compariva in ogni studio televisivo per mazzolare con sommo gaudio centrodestra e centrosinistra.

Marescotti sperava in due cose diversamente probabili, ovvero che Renzi facesse autocritica e che il Pd sapesse andare oltre Renzi. Figurarsi. Così, ora che i 5 Stelle si sono definitivamente avvicinati alla Lega, l’attore si duole di aver dato il voto a chi lo usa adesso “per fare un governo con fascisti e razzisti”.

La pensa così anche Paolo Flores d’Arcais, così utopico da credere ancora agli appelli (per giunta di sinistra). E la pensano così anche non pochi lettori del Fatto

. Eppure, se solo vi guardate attorno e parlate con chi ha votato M5S venendo da sinistra, la sensazione dominante non è quella del terrore per governare (forse) con Borghezio e Calderoli, bensì quella del “prima vediamo cosa succede”.

C’è persino la voglia, e forse persino il gusto, di credere all’entusiasmo surreale di Luigi Di Maio, che finge di essere sempre d’accordo con la Lega (come se poi fosse un pregio) e ripete ogni minuto che l’accordo è vicino, le sintonie infinite e “faremo la storia” (come no). Viviamo tempi così stravolti e capovolti che, a un elettore di sinistra che col Pd ha chiuso da un pezzo, Salvini fa ormai molta meno paura di Renzi. A tratti sembra persino condivisibile.

Ovviamente è un’illusione. Lo sanno tutti (tranne Di Maio, o almeno così pare) che Salvini non strapperà mai con Berlusconi. Lo ricordano tutti (tranne Di Maio, o almeno così pare) che Salvini è sempre quello che i 5 Stelle chiamavano fino a ieri “cazzaro” (quando andava bene).

Ciò nonostante, in questo presente dove la continua anomalia è divenuta normalità sdoganata, il Salvimaio non pare poi così indigesto. Fai un giro in centro città, o in Rete, e leggi cose tipo “Magari qualcosa di buono la fanno”, “Tutto sommato Borghi non è male”, “Fedriga se lo guardi bene sembra quasi Richard Gere”. E lo scrivono persone di sinistra, convinte evidentemente che c’è stata nel frattempo una desertificazione tale che persino un (non) governo giallo-verde potrebbe rivelarsi migliore di tutti i disastri succedutisi dal 1994 a oggi (tranne forse il Prodi I).

Se ieri gli ex berlusconiani si sono adattati con preoccupante naturalezza ai patti del Nazareno e agli inciuci basso-renziani, oggi tanti elettori di sinistra paiono guardare a Salvini come a uno che le spara sempre grosse, sì, “ma in fondo ora che ci penso sai che non è così male?”.

È tutto così incredibilmente illogico da essere, a ben pensarci, pienamente italiano: comunque vada, sarà un insuccesso.

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