il ritratto/2 - Vincenzo Spadafora

Vincenzo Spadafora, storia di un “balduccino” convertito a Di Maio

25 Maggio 2018

Nel governo gialloverde potrebbe entrare anche un sedicente “balduccino” che chiamava ironicamente “PapiAngelo Balducci ed esultava per Bertolaso ministro. Il “balduccino”, quasi 10 anni fa, sponsorizzò all’Unicef il figlio del suo mentore dopo avere chiesto lavoro per sé ad Angelo Balducci. Vincenzo Spadafora è un deputato del M5S, noto come braccio destro di Luigi Di Maio. Il suo presente appare molto distante dalle telefonate e dagli sms scambiati dal 2008 al 2010 con l’ex presidente del consiglio dei lavori pubblici Balducci, sintetizzati nei brogliacci del Ros che indagava sulla Cricca. Il Fatto ha visionato il materiale che, pur di nessuna rilevanza penale (Spadafora non è mai stato indagato), è utile per conoscere la storia di un protagonista del nuovo corso.

Il 29 gennaio 2010 Spadafora scrive un sms entusiastico: “Evviva, abbiamo un nuovo ministro!”. Il ministro è Guido Bertolaso, poi processato e assolto per lo scandalo dei grandi eventi. Il destinatario è Balducci. Altri tempi. Il Fatto, quel giorno, pubblicava un’inchiesta di Antonio Massari dal titolo “Sprecopoli italiana” che metteva nel mirino proprio la Protezione civile di Bertolaso, neo ministro del governo Berlusconi.

Balducci, condannato in primo grado nel 2018 a 6 anni e mezzo per lo scandalo degli appalti della Cricca, era molto amico di Spadafora. Proprio a lui l’attuale esponente M5S chiese più volte un lavoro nel 2008. All’inizio dell’anno Spadafora è nella segreteria di Francesco Rutelli, vicepresidente del Consiglio di Prodi e ministro dei Beni Culturali. Balducci è il capo della struttura di missione che gestisce i grandi eventi. Quando Berlusconi vince le elezioni – annota il Ros – “Spadafora chiede (scherzando) a Balducci se è già ad Arcore. Vincenzo dice che finalmente si sono liberati di questo governo”. Pochi giorni dopo, Rutelli perde pure il ballottaggio con Alemanno per la carica di sindaco di Roma. Spadafora vede nero. Il 1° maggio chiama Balducci e gli racconta che “ieri sera l’ha chiamato Rutelli e gli ha detto che ha sentito Figliolia (Ettore, capo gabinetto di Rutelli, ndr) per cercare di sistemare gli amici più cari tra i quali lui Vincenzo”. A 34 anni, rischia di restare a spasso.

Il 9 maggio scrive a Balducci: “Se da te contratto ci può essere parliamone molto concretamente. Altrimenti in queste ore faccio in tempo a parlarne con Rut e Donato (Mosella, capo della segreteria politica di Rutelli appena eletto deputato Pd, ndr) per altre situazioni (…). Ti prego. V”.

Sono giorni di fibrillazione per tutti. Barbara Palombelli, moglie di Rutelli, scrive a Spadafora: “Il famoso contratto di Luca Imperiali non è stato ancora mai firmato. Ci dobbiamo preocc?”. Il 14 maggio 2008 Spadafora gira l’sms a Balducci. Ma anche Balducci è in ansia per la sua poltrona. Il 20 maggio scrive a Spadafora che sta parlando con Mauro Masi, segretario generale di Palazzo Chigi. E Spadafora: “Digli che se non ti tratta bene, organizzo un presidio di balduccini sotto Palazzo Chigi in forma di protesta. Spiegagli che siamo tanti, ma proprio tanti!!”.

Il termine ‘balduccino’ è usato anche in altri sms con tono ironico. Per esempio un anno dopo, quando esplode il caso Noemi, ironicamente Spadafora scrive a Balducci: “Ciao Papi, incontreresti un tuo giovane balduccino?”. Il 22 giugno 2008 Spadafora è nominato presidente dell’Unicef in Italia, senza alcuna spinta di Balducci. Evidentemente quella carica all’Unicef non basta per vivere bene a Roma. Il 2 settembre 2008 Spadafora va al sodo: “Giov devo vedere Rut che torna dagli Stati Uniti. Devo sapere se devo chiedergli un aiuto su altri fronti o se si chiude la cosa con te. Mentre tu giochi con me, IO NON POSSO PIU PERMETTERMI DI NON LAVORARE. V”. L’8 settembre 2008 Balducci chiama un funzionario e gli chiede di dire a Spadafora che il contratto è pronto. Il 9 settembre una collaboratrice di Balducci gli riferisce dei colloqui con Spadafora per la firma del contratto.

Però c’è ancora qualcosa che non va. Il 19 ottobre Spadafora disperato scrive a Balducci a tarda ora: “Tra tre settimane sono letteralmente in mezzo ad una strada. Ti prego chiamami”. Il Ros, nelle informative, riporterà poi il curriculum pubblicato sul sito Unicef, nel quale Spadafora vantava una consulenza dalla struttura di missione per i 150 anni dell’Unità d’Italia.

Un anno dopo proprio l’Unicef, presieduto da Spadafora, firma un contratto a Filippo Balducci, figlio di Angelo. Balducci jr. descrive così il trattamento ricevuto al suo commercialista Stefano Gazzani, il 19 ottobre 2009: “Un part time a tempo determinato per 18 mesi, terzo livello, 32 ore settimanali”.

Ieri abbiamo cercato Spadafora al telefono. Avremmo voluto chiedergli la sua versione dei fatti, compresi i particolari dei contratti e dei rapporti tra lui e la famiglia Balducci. Gli avremmo domandato anche se non si ravvisasse un conflitto di interessi tra le richieste di lavoro al padre Angelo e il lavoro offerto dall’Unicef al figlio Filippo. Il deputato M5S non ci ha risposto: a suo tempo sostenne di non aver ricevuto favori da Balducci.

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