La Camera approva il decreto: 163 sì
La Camera ha approvato il decreto Sicurezza, che ora va in Senato per la conversione definitiva in legge. I sì sono stat 163, i no 91, gli astenuti uno.
La Camera ha approvato il decreto Sicurezza, che ora va in Senato per la conversione definitiva in legge. I sì sono stat 163, i no 91, gli astenuti uno.
Momenti chiave
Sono iniziate le dichiarazioni di voto finali da parte dei gruppi parlamentari sul decreto sicurezza. Questa fase, che viene trasmessa in diretta Tv, impegnerà l’Aula per circa un ora e mezzo. Il voto finale, attraverso scrutinio elettronico, si svolgerà alle 19 circa.
“L’articolo 31 del decreto Sicurezza fa venire brividi e paura al solo pensiero di quello che prevede: autorizza la direzione e organizzazione, da parte dei Servizi segreti, di associazioni che si propongono il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico. Visto che il governo va avanti senza remore, oltre che alle opposizioni spetta alla società civile e alla stampa il compito di incalzare il governo su questo tema estremamente delicato”. Lo ha detto la deputata M5S, Marianna Ricciardi, nella sua dichiarazione di voto sul decreto Sicurezza.

“Voterò contro la conversione in legge del dl Sicurezza perché non è un provvedimento che garantisce davvero la sicurezza dei cittadini. È un atto di propaganda ideologica, utile solo a costruire slogan da rilanciare sui telegiornali e sui social, ma privo di contenuti concreti”. Così in Aula alla Camera il leader di Europa Verde e deputato dell’Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli.
“Oggi, dopo l’approvazione nella notte del nostro ordine del giorno sulla castrazione chimica, finalmente arriverà il via libera della Camera al decreto Sicurezza. Con questo provvedimento la Lega ha voluto difendere i deboli, i fragili e gli anziani dalle violenze dei truffatori, degli occupanti abusivi e delle borseggiatrici, tutelando al contempo le forze dell’ordine, convinti che lo Stato debba fare lo Stato. Ci dispiace che ancora una volta la sinistra abbia scelto di stare dalla parte sbagliata della barricata, al fianco di criminali e delinquenti”. Lo afferma il deputato della Lega Igor Iezzi, capogruppo in commissione Affari Costituzionali.
Il governo avanza a tappe forzate per convertire in legge il decreto Sicurezza entro il 6 giugno, giorno della scadenza del termine di sessanta giorni previsto dalla Costituzione. Dopo il via libera alla Camera, previsto stasera, il provvedimento arriverà al Senato martedì 3 giugno e lo stesso giorno è previsto l’avvio della discussione in Aula, con un passaggio nelle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia ridotto a meno di quattro ore.
Alle 13.30, infatti, si prevede l’avvio della discussione in Commissione: alle 15 è stato fissato il termine per la presentazione degli emendamenti e alle 16 l’inizio del loro esame, mentre alle 17 comincerà in Aula la discussione generale sul provvedimento. La tabella di marcia è stata illustrato nel corso della riunione congiunta delle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato.
“Annuncio con fermezza il voto contrario del mio gruppo parlamentare al decreto Sicurezza. Un provvedimento che non risponde alle esigenze concrete di tutela dei cittadini, ma rappresenta invece un atto politico repressivo e ideologico. Non si tratta di una misura tecnica, ma di un intervento che incarna una preoccupante torsione autoritaria del nostro ordinamento”. Lo ha affermato il deputato Pd Marco Lacarra durante la discussione alla Camera sul decreto.
“Il rapporto “Senza Respiro” di Antigone fotografa un’emergenza che continua ad essere ignorata dal governo Meloni: carceri sovraffollate, condizioni disumane, giovani e minori rinchiusi in spazi inadeguati. In ben trenta istituti i detenuti hanno meno di tre metri quadri a testa e nelle carceri minorili i giovani detenuti sono aumentati di più della metà in appena due anni. Questo non è un sistema penitenziario, ma una discarica sociale”. Lo afferma Ilaria Cucchi, senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra, durante la discussione alla Camera sul decreto sicurezza. “Di fronte a un’emergenza certificata”, prosegue, “la risposta della destra è nuovi reati, più repressione, meno diritti e più persone in carcere. È una scelta miope che colpisce i più fragili. Serve un cambio di rotta immediato, misure alternative alla detenzione, potenziamento dell’assistenza sanitaria e psicologica, più educatori, più lavoro e più dignità. Non si può continuare a legiferare in questo modo sulla pelle delle persone private della libertà. Basta con la politica securitaria della destra, il Paese ha bisogno di un altro governo”, conclude Cucchi.

“Con il decreto Sicurezza si vuole prevenire il dissenso attraverso la violenza dello Stato, questo è contro la democrazia. Questo è un decreto che tradisce il suo titolo. La sicurezza è un’altra cosa: è prevenire e reprimere i reati ma anche assicurare il rispetto delle regole in ogni settore pubblico, è garantire una giustizia efficiente e veloce. Senza un numero sufficiente di poliziotti per le strade, i presìdi di legalità che i cittadini si attendono non ci sono”. Lo ha detto il deputato M5S Federico Cafiero De Raho nella sua dichiarazione di voto sul decreto Sicurezza.

“Se l’opposizione preferisce che al posto di un pensionato o di una madre di famiglia ci siamo degli occupanti abusivi in casa e su questo fa ostruzionismo, mi spiace per loro perché fanno un danno a loro, non a Salvini”. Così il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, a margine dell’assemblea della Guardia Costiera, a Roma, commentando la discussione in Aula sul decreto sicurezza
“Questo decreto è inutile e non servirà a garantire la sicurezza del nostro Paese, ma è anche pericoloso per le libertà costituzionali. È la vostra coperta di Linus per non occuparsi delle vere emergenze del Paese, che sono la produzione industriale in calo, i giovani laureati che scappano dall’Italia perché non trovano lavoro, i prezzi alle stelle dell’energia”. Lo ha detto in Aula alla Camera la vicecapogruppo Pd Simona Bonafè, nel corso della discussione sul decreto Sicurezza.