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Ucraina, gli Usa non firmano la nota di condanna della strage a Sumy. Zelensky: “I nostri territori sono la linea rossa”

Washington si sfila dal comunicato del G7: la motivazione ufficiale è la volontà di proseguire nei negoziati. Intanto il presidente ucraino licenzia il governatore della regione attaccata
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Zelensky frena Witkoff: “I nostri territori sono la linea rossa”

“Tutti i territori appartengono allo Stato unitario dell’Ucraina. Pertanto, ancora una volta, solo il popolo ucraino può parlare dei territori del nostro Stato. E sapete che per noi è una linea rossa riconoscere qualsiasi territorio temporaneamente occupato come non ucraino, ma russo”. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky replicando alle affermazioni a Fox News dell’inviato Usa Steve Witkoff, sul fatto che un eventuale accordo di pace con la Russia avrebbe incluso la questione dei “cinque territori” reclamati da Mosca (le regioni di Donetsk, Lugansk, Kherson, Zaporizhzhia e la Crimea). “Ancora una volta, i rappresentanti discutono di questioni che vanno oltre la loro competenza”, affonda Zelensky. 

  • 10:23

    Il presidente della Duma: “Kallas va rimossa e processata da un tribunale internazionale”

    L’Alta rappresentante Ue per la politica estera Kaja “Kallas dovrebbe essere rimossa dall’incarico e portata davanti a un tribunale internazionale dell’Onu”. È quanto ha affermato in un messaggio Telegram il presidente della Duma Vyacheslav Volodin, dopo che “la russofoba” Kallas ieri ha affermato: “Non vogliamo che nessun Paese candidato” all’ingresso in Ue “partecipi agli eventi del 9 maggio a Mosca”, giorno in cui la Russia celebra la vittoria contro il nazismo. “La dichiarazione di Kallas è irrispettosa della memoria di coloro che si sono sacrificati per salvare il mondo dal fascismo”, ha aggiunto Volodin, “se non fosse stato per l’eroica impresa dei soldati e degli ufficiali sovietici di 80 anni fa, non ci sarebbe l’Europa. Possiamo perdonare diversi errori dei politici, tranne uno: la profanazione della memoria di coloro grazie ai quali oggi viviamo tutti”. 

  • 10:22

    L’inviato Usa Witkoff: “Putin vuole una pace duratura”

    Vladimir Putin sarebbe aperto a un accordo di “pace permanente” con l’Ucraina, secondo quanto dichiara, in un’intervista a Fox News andata in onda stamattina, l’inviato speciale della Casa Bianca Steve Witkoff, fresco del colloquio con il leader del Cremlino, il terzo da gennaio, venerdì a San Pietroburgo, da lui stesso definito “utile” e “stimolante”, per porre fine alla guerra che dura da oltre tre anni. “La richiesta di Putin è di raggiungere una pace permanente. Quindi, al di là del cessate il fuoco, abbiamo ottenuto una risposta”, ha detto Witkoff, riconoscendo che “ci è voluto un pò di tempo per arrivare a questo punto”, e aggiungendo che all’incontro pietroburghese hanno preso parte anche due consiglieri-chiave di Putin, Yuri Ushakov e Kirill Dmitriev. “Penso che potremmo essere sul punto di qualcosa di molto, molto importante per il mondo intero”, ha detto, senza specificare cosa Putin voglia ottenere come condizione per la pace con Kiev. Witkoff ha aggiunto che anche gli accordi commerciali tra Russia e Stati Uniti fanno parte dei negoziati: “Credo che ci sia la possibilità di rimodellare le relazioni russo-americane attraverso alcune opportunità commerciali molto interessanti, che credo possano dare una vera stabilità anche alla regione”, ha detto. Trump afferma di fare pressione su Mosca e Kiev, ma finora non è riuscito a ottenere alcuna concessione significativa dal Cremlino, nonostante i ripetuti negoziati tra funzionari russi e statunitensi. E nonostante gli sforzi diplomatici, ci sono stati pochi progressi significativi sull’obiettivo principale di Trump di raggiungere un cessate il fuoco. Il mese scorso Putin ha respinto una proposta congiunta Usa-Ucraina per una pausa completa e incondizionata del conflitto, mentre il Cremlino ha subordinato la tregua nel Mar Nero alla revoca di alcune sanzioni da parte dell’Occidente. Ieri Trump ha accusato Volodymyr Zelensky di aver “lasciato scoppiare” guerra, salvo poi correggere il tiro, dividendone la responsabilità con Putin

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