Elezioni, la diretta – Approvato il decreto Aiuti bis. Fratelli d’Italia si astiene sugli emendamenti

Aggiornato: 10:08

  • 15:53

    Fondi russi, Pd: “Urso sta creando confusione nel suo ruolo”

    “Il senatore Urso è negli Stati Uniti come presidente del Copasir e quindi le affermazioni di ieri sui fondi russi a partiti e uomini politici denunciati dall’amministrazione di Washington sono state pronunciate in questo ruolo? Oppure è lì per conto del suo partito e di Giorgia Meloni? Perché sta creando confusione nel suo ruolo che dovrebbe essere di garanzia, su questioni che imporrebbero riservatezza e cautela e in un momento molto delicato? E tutto ciò impone un’altra domanda: Giorgia Meloni ha bisogno di un ‘tutor’ che la legittimi a livello internazionale? Crede di non riuscirci da sola peraltro favorendo un corto circuito politico istituzionale di cui veramente non si sente il bisogno?”. Così la capogruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani e la capogruppo Pd al Senato Simona Malpezzi.

  • 15:49

    Cappato: “Ultima chiamata a Draghi per fare qualcosa di concreto per la democrazia”

    “È l’ultima chiamata” per il presidente del Consiglio, Mario Draghi, per “fare qualcosa di concreto per la democrazia nel nostro Paese: il primo atto concreto che il governo può fare è annunciare già da oggi che si costituisce sostenendo la tesi della validità della firma digitale per la presentazione delle liste alle elezioni”. È l’appello dell’attivista Marco Cappato in presidio davanti alla sede della prefettura di Milano, nella Giornata Mondiale della Democrazia. “Il governo è parte in causa” nel ricorso contro l’esclusione della lista Referendum e Democrazia alle prossime elezioni: “Entro domani deve scegliere se costituirsi o no in giudizio e se costituirsi contro di noi o a nostro favore”. Oggi poi, ha spiegato Cappato, il governo può ancora emendare il decreto Aiuti: “potrebbe ancora fare in tempo a inserire un emendamento per il riconoscimento della firma digitale per la presentazione delle liste alle elezioni”. E “spero vivamente che questa possibilità non vada sciupata. Magari anche solo per le elezioni future: riguarderebbe già le elezioni regionali in molte regioni, tra cui la Lombardia”. Anche in quella occasione, ha detto, “pretenderemo di presentare la nostra lista con le firme digitali”.

  • 15:42

    Renzi: “Se prendiamo più del 10%, a Chigi con Draghi”

    “Se prendiamo voti alla destra moderata e alla sinistra moderata facciamo la differenza”. Lo ha detto il leader di Iv Matteo Renzi a l’Aria che tira su La 7 spiegando che l’obiettivo del Terzo Polo è riportare a Palazzo Chigi Mario Draghi. All’obiezione di Mirta Merlino sul passo indietro di Draghi, Renzi ha replicato: “Voi avete detto che Draghi non è disponibile, ed effettivamente non sta facendo campagna elettorale. Lui però ha affermato ‘sono un nonno a disposizione delle istituzioni’. Noi gli dobbiamo rispetto ma poi decide il Parlamento”.
    Alla domanda su quale sia l’obiettivo del Terzo Polo, Renzi ha risposto: “Deve andare a doppia cifra e allora siamo decisivi, se prende meno fa solo un buon risultato”. Renzi ha spiegato che l’obiettivo è prendere i voti degli elettori di Fi e del Pd: “mi domando come un elettore di Fi possa votare per Meloni. La scommessa è prendere i voti della gente delusa da destra e di quella delusa dalla svolta post sovietica del Pd”.

  • 15:41

    Ue, via libera alla proposta sulla trasparenza dei partiti

    Via libera dell’Eurocamera alla relazione stilata dagli eurodeputati Rainer Wieland (Ppe) e Charles Goerens (S&d) sulla proposta di regolamento di Bruxelles in merito agli statuti e ai finanziamenti dei partiti europei. La relazione fa seguito alla proposta della Commissione Ue sulla riforma dei finanziamenti ai partiti e fondazioni europei e su una maggiore trasparenza dei fondi, in particolare quelli provenienti da Paesi terzi. L’approvazione è arrivata con 392 voti favorevoli, 119 contrari e 56 astenuti. Il provvedimento viene così rinviato in Commissione per l’inizio dei negoziati con Consiglio e Parlamento.

  • 15:40

    Bonaccini al Pd: “Non è tempo di parlare del dopo”

    “Vedo molti che parlano di dopo, ecco io consiglio di parlare di oggi e darsi da fare”. E’ l’invito del presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ai suoi compagni di partito. Interpellato sul futuro della segreteria nazionale del Pd, per la quale rientra nel toto-nomi, a margine dell’inaugurazione di una struttura sanitaria a Bologna, Bonaccini ha ribadito: “A me l’unica cosa che interessa non è il dopo ma è il mentre, mi interessa provare a ottenere il migliore risultato possibile; proviamo a vincere queste elezioni“. L’impressione del presidente è che alcuni nelle fila dei democratici guardino già oltre il 25 settembre, come se la partita fosse già persa: “Invece dobbiamo impegnarci il più possibile, perché è adesso che dobbiamo andare a raccogliere i voti. Sto girando, compatibilmente con i miei impegni istituzionali, cerco ogni giorno di dare una mano al partito di cui sono militante e iscritto; vedo tanta gente, sento anche entusiasmo e voglia di combattere. Noi dobbiamo fare il massimo, con atteggiamento positivo e propositivo”, ha concluso Bonaccini.

  • 15:39

    Salvini: “Con la Lega alla Salute un medico e non Speranza”

    “Di Maio oggi mi attacca, ieri svolazzava in pizzeria come l’ape Maia, siamo un Paese bizzarro. Si può votare anche un ministro che vola in pizzeria, ma se preferite che al ministero degli esteri ci vada un ambasciatore e al ministero della salute non Speranza ma un medico, allora votate Lega”. Lo ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, durante una iniziativa a Vasto.

  • 15:38

    Conte: “Non ho visto nessuno dei partiti combattere per i fondi del Pnrr”

    “Tutti i partiti oggi si prendono i meriti del Pnrr, ma io non ho visto nessuno di loro combattere con me in Europa per ottenere i 209 miliardi. Anzi, se fosse stato per loro avremmo accettato il Mes. Il Paese sarebbe stato strangolato”. Così Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 stelle, in un’intervista al Giornale delle partite Iva. “Ricordo Salvini e Meloni – ha aggiunto – che quando c’era bisogno di chiudere, chiedevano di aprire, quando c’era bisogno di aprire, chiedevano di chiudere. Erano persino contrari allo stato di emergenza, non volevano nemmeno i presidi di protezione civile nel momento più buio per il Paese. Un atteggiamento assolutamente sconsiderato che non si sposa affatto con la responsabilità di governo”.