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La lingua del futuro. La “distopia” è una parola che si porta sfiga da sola

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Approfitterei del clima di fine anno – bilanci, riassunti, retrospettive, eccetera eccetera – per un piccolo ma accorato appello: chiederei una moratoria di qualche anno sull’aggettivo “distopico”, il sostantivo “distopia” e tutti i derivati che si usano abitualmente in ogni discorso, dal mercato rionale all’assemblea di astrofisici. Non siamo nati ieri, e quindi sappiamo benissimo […]

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