Le guerre in corso oltre Kiev e Gaza
La guerra in Ucraina, lo sterminio a Gaza e altri 29 conflitti internazionali sono al centro di questo mio nuovo libro. Ho cercato di introdurre nel dibattito una grande quantità di informazioni sulla politica internazionale che non hanno circolazione sui grandi media in Italia.
Ho seguito un duplice criterio: individuare fatti importanti e sconosciuti. Il volume è il frutto dell’attività di ricerca e monitoraggio sui conflitti internazionali, iniziata nel 2016 come coordinatrice dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della Luiss e proseguita, dal maggio 2022, come vicedirettrice del sito sicurezzainternazionale.com, che copre la vita politica ed economica di 120 Stati.
Il libro offre una guida ai principali conflitti in corso, che hanno segnato il tragico passaggio dal mondo unipolare al mondo multipolare: un mondo caratterizzato dalla resurrezione della Russia e dal sorpasso della Cina ai danni degli Stati Uniti. Il passaggio dall’unipolarismo al multipolarismo rappresenta un cambiamento della struttura delle relazioni internazionali. Il bipolarismo della Guerra Fredda era stato soppiantato dall’unipolarismo guidato dalla Casa Bianca. Con la Russia in ginocchio, gli Stati Uniti avevano dominato il mondo incontrastati. Il bombardamento NATO della Serbia del 1999, l’invasione americana dell’Afghanistan del 2001 e quella dell’Iraq del 2003, il bombardamento NATO della Libia del 2011, la vertiginosa espansione della NATO in Europa orientale tra il 1999 e il 2004, sono stati una conseguenza del dominio occidentale. L’Occidente ha trovato una strada libera davanti a sé, cogliendo le occasioni offerte dall’unipolarismo per acquisire nuove quote di potere mondiale. Il problema è che a nessuno Stato piace essere invaso o bombardato. E a nessuna grande potenza, men che meno agli Stati Uniti, piace avere un esercito nemico al proprio confine. Lo stesso discorso vale per la Russia. Oggi sappiamo che l’unipolarismo ha creato un grande ottimismo nel campo vincente, ma anche tanti motivi di malcontento e di rivalsa nella parte perdente. Quando il presidente filorusso dell’Ucraina, Victor Janukovich, è stato rovesciato nel 2014 e poi sostituito da una serie di presidenti filo-americani determinati a entrare nella NATO, il momento unipolare è scoppiato tra le mani dell’Occidente. Le tensioni mondiali che covavano sotto il trionfalismo occidentale sono esplose. La Russia si è riorganizzata. Andata in bancarotta nell’agosto 1998, ha ricostruito la propria economia, potenziato il proprio esercito, esteso le proprie alleanze e, il 24 febbraio 2022, ha invaso l’Ucraina. Nel volgere di poche ore, l’Occidente è passato dall’ottimismo alla paura della guerra nucleare.
Il libro è suddiviso in sette capitoli, ognuno dei quali è dedicato alle crisi principali nei corrispondenti continenti. Ai 28 conflitti classificati dal Council on Foreign Relation nel suo Global Conflict Tracker – una mappa virtuale del mondo che segnala i conflitti in corso suddivisi in sei tipologie: guerre civili, violenza criminale, guerre interstatali, instabilità politica, dispute territoriali, terrorismo transnazionale – ho aggiunto tre crisi – Nuova Caledonia, Mozambico e Artico – che a mio avviso è necessario prendere in considerazione per avere un quadro più completo di ciò che sta accadendo nel mondo.
Il primo capitolo riguarda l’Europa e include: la guerra in Ucraina; le tensioni in Georgia; la questione della Transinistria (Moldavia); il conflitto in Nagorno-Karabakh; le tensioni tra Serbia e Kosovo.
Il secondo capitolo, dedicato al Medio Oriente, comprende la guerra tra Israele e Hamas a Gaza, con un focus sulla crisi nel Mar Rosso; la guerra civile siriana; la guerra dei 12 giorni tra Israele e l’Iran; l’instabilità in Iraq; la guerra civile in Yemen.
Il terzo capitolo, dedicato all’Africa, affronta la guerra civile in Libia la guerra in Sudan; la guerra nella Repubblica Democratica del Congo; i conflitti interni all’Etiopia; la guerra della Somalia contro al-Shabaab; la guerra nella Repubblica Centrafricana; l’estremismo violento nel Sahel – di cui ho fornito una panoramica dei principali Paesi africani interessati dal fenomeno, dalla Nigeria, al Burkina Faso, al Mali; il Mozambico e l’insurrezione jihadista.
Il quarto capitolo, dedicato all’Asia, si occupa delle tensioni tra la Cina e Taiwan; le tensioni nel Mar Cinese Meridionale; le tensioni con la Corea del Nord; la guerra civile in Myanmar; l’instabilità in Afghanistan; il conflitto nella regione del Kashmir.
Il quinto capitolo, dedicato all’America Latina, si concentra sulla guerra tra il governo di Haiti e le bande armate; la crisi in Venezuela; l’instabilità nel cosiddetto Triangolo Nord dell’America centrale (Guatemala, Honduras ed El Salvador); la violenza criminale in Messico.
Il sesto capitolo, dedicato all’Oceania, parla delle recenti tensioni in Nuova Caledonia, dove la Francia, il 15 maggio 2024, ha dichiarato lo stato di emergenza in seguito a violenti scontri scoppiati per via del progetto di riforma costituzionale.
Il settimo capitolo è dedicato all’Artico, area di potenziale scontro tra la Russia e la NATO, dove la competizione geopolitica è aumentata negli ultimi vent’anni.
Per ognuno dei conflitti, ho riportato tre questioni importanti, o “focus”, per la politica mondiale. Il criterio che ho scelto per la loro selezione è quello dell’attualità e della rilevanza. Per “rilevante”, intendo una questione che non soltanto è attuale, ma è anche destinata a rimanere centrale nel tempo. Non tutte le questioni attuali sono “rilevanti” nel senso qui inteso.