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Max Mara, il governo conferma le denunce delle sarte: “Riscontrate irregolarità, bisogna intervenire”. A Reggio Emilia è in gioco il Polo della Moda

A Reggio Emilia il Pd vota no a un odg per dare solidarietà alle sarte. Show a Caserta: “Le addette insultate? Non ci risulta...”
Max Mara, il governo conferma le denunce delle sarte: “Riscontrate irregolarità, bisogna intervenire”. A Reggio Emilia è in gioco il Polo della Moda
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Gwyneth Paltrow che balla la conga al ristorante “Bersagliera”, Sharon Stone che regala sorrisi ai flash dei fotografi, brindisi in riva al mare, tarantelle sulle note di Volare o Bella Ciao, crociere a Positano e una visita privata al Museo Archeologico di Napoli. Mentre Max Mara celebrava i suoi 75 anni con una sfilata monumentale alla Reggia di Caserta tra discorsi sull’“eccellenza della sartoria italiana” e sulle “donne forti e iconiche a cui si ispira il brand”, le denunce delle sarte della Manifattura San Maurizio di Reggio Emilia – che producono quei capi – sono arrivate all’attenzione di Parlamento e governo.

Da un lato, l’immagine patinata di un colosso da 1,8 miliardi di fatturato; dall’altro, la battaglia per la dignità delle donne che, come raccontato dal Fatto, vengono chiamate “obese” e “mucche da mungere”, e sono costrette a lavorare praticamente a cottimo per 1.300 euro al mese. Incalzata dai giornalisti presenti a Caserta, Maria Giulia Prezioso Maramotti, terza generazione della famiglia e membro del board, ha respinto ogni addebito: “Non ci riconosciamo nelle affermazioni che sono state fatte. Anzi, abbiamo ricevuto tanti messaggi di solidarietà anche dalla maggioranza delle nostre collaboratrici di San Maurizio”. Peccato però che, proprio all’indomani della sfilata, il viceministro del Lavoro, Maria Teresa Bellucci ha confermato che l’Ispettorato nazionale del lavoro ha ricevuto negli ultimi mesi “alcune segnalazioni che hanno posto l’attenzione su situazioni problematiche all’interno del contesto aziendale, in particolare riguardo al trattamento delle lavoratrici”. Rispondendo al deputato Aboubakar Soumahoro, Bellucci ha spiegato che sono in corso “ulteriori procedimenti relativi all’irrogazione di sanzioni disciplinari conservative” e ha definito il quadro “sintomatico di un clima di sfiducia che necessita di un intervento correttivo”, assicurando la “massima attenzione” del ministero.

Anche a livello locale la tensione è altissima. Lunedì scorso, il Consiglio comunale di Reggio Emilia ha bocciato un ordine del giorno di solidarietà alle lavoratrici presentato da Coalizione Civica. Il centrodestra si è astenuto, mentre il Pd ha votato contro, nonostante pochi giorni prima la deputata Ilenia Malavasi avesse depositato in Parlamento un’interrogazione proprio sulla vicenda, assieme ai colleghi Stefania Ascari (M5S) e Marco Grimaldi (Avs). “Il Pd ha scelto di non disturbare i potenti”, denunciano i consiglieri De Lucia e Aguzzoli. Il sindaco Marco Massari (Pd) ha assicurato che incontrerà presto le operaie, ma non ha previsto un faccia a faccia coi vertici del gruppo. La vera partita si gioca ora sul futuro polo della moda, un enorme progetto logistico che Max Mara intende realizzare nell’area delle ex Fiere e che arriverà in Consiglio comunale il 23 giugno. “Non voteremo il progetto finché il dottor Maramotti non aprirà un confronto con le lavoratrici”, dice De Lucia ricordando un’indagine del 1987 fatta da Cgil e Donne Comuniste sulle dipendenti di Max Mara, da cui emerse che il 30% aveva un esaurimento nervoso e il 70% soffriva di disturbi psicosomatici. “La risposta di Achille Maramotti fu: ‘Donne, il padrone sono io’. A 40 anni di distanza, questa storia non può ripetersi”.

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