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Giustizia e sicurezza: cinepanettone di Delmastro

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In un convegno a Torino su giustizia e sicurezza è stata inanellata tutta una serie di perle stravaganti, tipo: certi magistrati parlano come i mafiosi; la separazione delle carriere è necessità costituzionale, anche mio figlio di 9 anni capisce che due Csm sono meglio di uno; i magistrati vogliono tramortire la riforma perché avrà un effetto devastante sul potere delle toghe rosse; la magistratura torni ad avere il suo ruolo senza inquinare la politica con gli amici degli amici; sono i turbo-talebano-ambientalisti che definiscono il decreto Sicurezza liberticida perché impediamo loro di bloccare i treni.

Chi è stato a esporre queste tesi piuttosto singolari (fonte La Stampa)?

Chi è stato condannato a otto mesi (in primo grado) per violazione di segreto d’ufficio in ordine a documenti riguardanti l’anarchico Cospito detenuto a Sassari?

Chi, davanti a una nuova auto blindata della polizia penitenziaria, ha detto di provare un’intima gioia facendo sapere ai cittadini come sono trattate, come non sono lasciate respirare le persone che sono dietro i vetri offuscati di quell’auto?

Chi, in un pubblico comizio di Atreju, ha signorilmente proclamato di voler prendere a calci nel sedere chi occupa le case degli anziani?

Chi ha trascorso con la scorta un Capodanno conclusosi con un botto speciale, cioè un colpo di pistola che ha ferito un astante?

La risposta è sempre la stessa: è Andrea Delmastro Delle Vedove, sottosegretario alla Giustizia con delega al dipartimento Affari penitenziari. Ora, poiché è quasi impossibile che un essere umano riesca a totalizzare per suo uso e consumo personale così tante e così qualificate performance, si può ipotizzare che il sottosegretario stia scrivendo e/o sperimentando un copione che servirà a Natale per un brioso cinepanettone. Che magari tutto il personale (amministrativo e poliziesco) del Dap sarà tenuto a vedere. E ad applaudire.

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