Il mondo FQ

“L’eroe imperfetto”, così i martiri civili vengono uccisi un’altra volta: il nuovo romanzo di Sandra Rizza

Venerdì la nostra giornalista pubblica un romanzo con Laurana editore
“L’eroe imperfetto”, così i martiri civili vengono uccisi un’altra volta: il nuovo romanzo di Sandra Rizza
Icona dei commenti Commenti

Mentre corre il Terzo millennio, lasciandosi alle spalle tragedie che poco sembrano impressionare i contemporanei, molti si chiedono se la memoria civile abbia fatto la sua parte. L’Italia purtroppo ha avuto molti – troppi – eroi civili e Sandra Rizza, nel suo secondo romanzo e con un bagaglio di giornalista siciliana che ha visto la mafia sulle strade, mette al centro questo tema con sano e spietato anticonformismo. L’eroe imperfetto esplora il senso delle celebrazioni dedicate ai nostri martiri civili guardando in faccia una cruda verità: le processioni laiche non servono a nulla se diventano vuoti rituali, memoria stantia che finisce per essere puro autocompiacimento. La storia ruota intorno alle Amalfeidi – libero il lettore di trovare corrispondenze nella vita reale – le commemorazioni in ricordo del magistrato Michele Amalfi morto dieci anni prima per aver difeso una studentessa da uno spacciatore balordo. Il fatto era avvenuto in una scuola che ha poi costruito la sua fama e i suoi denari custodendo la memoria dell’uomo elevato a eroe ma stavolta l’anniversario si complica per alcuni fatti nuovi che mandano in tilt il tranquillo rituale. Mentre prende corpo l’intreccio degli eventi – che non riveliamo – i numerosi protagonisti della vicenda si misurano disperatamente con il rischio che si frantumi il mito: perché ciascuno deve riposizionarsi. Come se la memoria, svuotata di contenuto, dia senso alle esistenze senza svolgere più la sua funzione guida. Questa faccenda ha un significato importante in un paese come il nostro, appesantito da una memorialistica burocratica e da politiche memoriali organizzate intorno a leggi scritte apposta per consentire un uso strumentale della storia, fino ad alimentare progressivamente ‘un populismo storico’ che oggi dilaga nel discorso pubblico, al punto di imporsi con la sua pretesa di sostituire alla Storia il senso comune. Si pensi al vizio del calendario della memoria che ha sdoganato quella bislacca idea della memoria condivisa (Napolitano). La storia de L’eroe imperfetto – le angosce della vedova, le inquietudini del figlio, gli interessi del preside e degli altri personaggi che si muovono intorno alle Amalfeidi – si snoda dentro un contesto nel quale nessuno ha voglia di misurarsi con il senso dell’atto eroico, mentre sullo sfondo troneggia una classe politica perduta nel godimento nullafacente del proprio potere, tanto da divertirsi con il rito della morte e della rinascita, con il vecchio marchese vivo nella bara. Un rituale mortifero di una classe dirigente che ha fallito. Ora il problema è ricostruirla, anche ridando senso e vita alla memoria civile.

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.