Lettera da Londra

Festini a luci rosse, le carte su Epstein affossano il principe Andrew

Nuove conferme e  nuovi dettagli sulla partecipazione del principe (oggi Duca di York per volere della regina) a serate con ragazzine poco più grandi delle sue figlie del tempo. Secondo indiscrezioni, Carlo è ancora più duro di sua madre sulla vicenda a luci rosse

5 Gennaio 2024

Benché molto tardiva, la recente pubblicazione delle carte del processo newyorchese a Jeffrey Epstein, il finanziere americano morto nel 2019 in carcere, dove era in attesa dell’esito del processo per reati connessi allo sfruttamento della prostituzione e sfruttamento di minori, ha tumulato definitivamente ogni possibilità che il principe Andrew, ora ridotto al titolo di Duca di York, recuperi la sua reputazione e il suo ruolo ufficiale.

Il coinvolgimento del principe nei giri di minori con cui Epstein e la sua ex compagna Ghislaine Maxwell, tuttora in carcere, attiravano una corte di vip è stato sostenuto fin dal 2019 da Virginia Giuffrè una delle ragazze coinvolte e oggi la più combattiva delle accusatrici. La Giuffrè accusa il principe di averla stuprata in almeno tre occasioni quando lei era ancora minorenne e aveva ottenuto da una giuria di New York l’autorizzazione a trascinarlo in tribunale, appunto in un processo pubblico. Andrew ha sempre negato ogni responsabilità e sua la difesa aveva rintuzzato in 41 punti le accuse della donna, fornendo 11 ragioni per cui il caso doveva essere archiviato e sfidano la controparte a provare ogni accusa: aveva anche messo in dubbio la veridicità della foto che ritrae Andrea e una giovanissima Virginia sorridente nella casa londinese della Maxwell, un incontro di cui il principe ha sempre detto di non avere alcun ricordo, e contestavano anche la circostanza che il terzogenito della Regina sia mai stato ‘amico intimo’ della Maxwell malgrado Ghislaine fosse fra gli invitati al 40emo compleanno di Andrew a Windsor, e al 18mo della figlia Beatrice.

Poi però le parti hanno raggiunto un accordo stragiudiziale di massima che, in cambio di una somma non resa nota, ha chiuso il contenzioso civile. Nel comunicato stampa che annuncia la decisione si legge che “il principe Andrew non ha mai avuto l’intenzione di danneggiare la reputazione della signora Giuffre, e ne riconosce la sofferenza sia come vittima di abusi che come oggetto di attacchi pubblici”.

Oltre al pagamento oggetto dell’accordo, Andrew ha promesso una generosa donazione alla charity creata dalla Giuffre per supportare le vittime ma ne esce senza ammettere responsabilità. Dicendosi pentito della sua amicizia con Epstein, ha lodato il coraggio della Giuffrè e di altre ‘sopravvissute’ alle violenze e si impegna a sostenere la loro battaglia.

In tutto questo la Corona, quando la Regina era ancora viva, ha spogliato il principe di titoli e prerogative reali: secondo indiscrezioni, Carlo è ancora più duro di sua madre sulla vicenda.

Ora sono uscite nuove conferme e anche qualche nuovo dettaglio della partecipazione di Andrew a festini con ragazzine poco più grandi delle sue figlie al tempo: come la Giuffrè, la testimone Johanna Sjoberg sostiene di essere stata molestata da Andrew nella casa newyorchese di Epstein nel 2001, quando aveva 20 anni, alla presenza di Giuffrè e Epstein. In una dichiarazione già parzialmente nota, la donna sostiene che Maxwell aveva mostrato loro un burattino di Andrew. “E hanno deciso di scattare una foto in cui Virginia e Andrew erano seduti su un divano. Hanno messo il burattino sulle ginocchia di Virginia e io mi sono seduto sulle ginocchia di Andrew, e hanno messo la mano del burattino sul seno di Virginia, e Andrew ha messo la sua mano sul mio seno, e hanno scattato una foto”.

In un altro documento Jane Doe n. 3, (nome fittizio a protezione delle testimoni ma secondo il Guardian riguardante la deposizione della Giuffre), sostiene di essere stata “costretta ad avere rapporti sessuali con questo principe quando era minorenne in tre luoghi geografici separati: a Londra (nell’appartamento di Ghislaine Maxwell), a New York e sull’isola privata di Epstein nelle Isole Vergini americane (in un’orgia con numerose altre minorenni)”. Epstein le ordinò di “dare al principe tutto ciò che avesse chiesto e chiese a Jane Doe n. 3 di riferirgli i dettagli dell’abuso sessuale”. Ci sono dettagli anche della deposizione o della corrispondenza di Maxwell, che in una mail del 2015 scrive al proprio avvocato: “Non sono in grado di comprendere la diffamazione e altri rischi legali e non voglio finire in causa. Apparentemente anche dire che Virginia è una bugiarda (sic!) è rischioso! Non sono mai stato coinvolta in una causa penale o civile e voglio che rimanga così”. Quanto a Andrew, nella sua deposizione la donna dichiara di essere stata una volta con Andrew sull’isola caraibica che avrebbe ospitato quei festini vip ma che “non c’erano ragazze sull’isola. Niente ragazze, niente donne, a parte il personale che lavora nella casa. Ragazze intendo – immagino tu stia chiedendo minorenni – ma non c’era nessuna donna al di fuori delle cuoche e delle donne delle pulizie”.

Notizie già uscite ma la cui pubblicazione rinfresca la memoria ad una opinione pubblica disgustata dal presunto ruolo del principe.

No comment da Palazzo reale su questi documenti, ma il leader repubblicano Graham Smith ha colto la palla al balzo per un nuovo attacco alla monarchia e ha denunciato Andrew al MET. “Chiedo alla polizia metropolitana di riaprire questo caso, chiedo ai parlamentari di discutere questa vicenda in parlamento, e chiedo a Charles di fare una dichiarazione pubblica – davanti alla stampa e rispondendo alle domande. Come non aspettarsi una risposta dal governo e dal capo dello Stato? All’epoca dei presunti reati Andrew era un ambasciatore commerciale del governo e un membro attivo della famiglia reale. Hanno confuso le acque per 11 anni prima di intraprendere qualsiasi azione definitiva”.

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