L’anticipazione

Dopo “Il cazzaro verde” è arrivata “La sciagura”

La destra e il governo disastroso - Sottovalutare Donna Giorgia, quasi che fosse un Salvini 2.0 o una Renzi dell’ex Msi significa regalarle altre praterie di consenso

28 Novembre 2023

Ho scritto “La sciagura” con un intento persino più chiaro del solito: mettere nero su bianco tutto quello che penso di questo governo orrendo, caricaturale e impresentabile. Mi piace pensare che le 200 pagine edite da Paper First – da oggi disponibili in tutte le edicole, librerie e store online – rappresentino appieno quella metà abbondante di Paese che non si sente minimamente imbarazzata (e anzi se ne vergogna parecchio) da questa ghenga di scappati di casa.

La sciagura è il seguito naturale de Il cazzaro verde (uscito con successo quattro anni fa) e chiude la trilogia satirica cominciata a fine 2017 con Renzusconi. In tanti mi chiedevano da tempo un’altra biografia politica “spietata”, stavolta dedicata alla leader di Fratelli d’Italia: eccola. Molti si aspettavano come titolo “La cazzara nera”. Sarebbe stata una scelta mercantile furba, ma sarebbe stato un titolo sbagliato (e nel libro credo di spiegarlo). Salvini è un cazzaro. Renzi è un cazzaro. La Meloni, no. È un’altra cosa: è una che studia, una che sa come muoversi, una che ha fatto la gavetta. Per carità, non è un genio: il livello resta bassino, come quasi tutta la politica politicante italiana. Sottovalutare Donna Giorgia, quasi che fosse un Salvini 2.0 una Renzi ex Msi, significa però regalarle ulteriori praterie. Meloni è un avversario molto più insidioso, e questo – complice la classe dirigente pietosa che si porta appresso – la rende ancora più pericolosa dei due Matteo.

Ne La sciagura troverete un sacco di capitoli (spesso brevi e spero fulminanti), aneddoti, cose che non sapevate e cose che speravate di avere dimenticato. Vi divertirete (adoro la satira, detesto i saggi barbosi). Vi commuoverete (per esempio, credo, quando cito il grande Domenico De Masi). Vi indignerete (un sacco di volte).

Conosco Giorgia Meloni e ho avuto rapporti dignitosi con lei tra 2014 e 2020. La prima volta che ci vedemmo fu in uno studio di Rete 4, e per poco non ci scannammo. Poi, durante gli anni infami del renzismo, mi capitò di essere due o tre volte d’accordo con lei. Mi invitò ad Atreju (declinai), venne a vedermi a teatro (fu molto gentile), pranzai con lei ad Arezzo (c’erano una decina di persone, compreso Giambruno). Poi, nel 2020, l’ho bloccata su Whatsapp dopo l’ennesimo suo delirio. Nel libro racconto tutto: scoprirete un sacco di cose che mai avreste immaginato.

Non ho mai pensato che un autore – non mi riconosco minimamente nella parola “giornalista” – debba piacere a tutti. Mica sono Carlo Conti o Amadeus. Se un autore – uno scrittore, un intellettuale, un bischero – piace a tutti, vuol dire che non ha nulla da dire. Se non dividi, o per meglio dire se non costringi chi ti legge e ascolta a una reazione intellettuale, sei culturalmente inutile. Trovo che Giorgia Meloni sia un’underdog che – una volta al potere – faccia la guerra anzitutto agli underdog, ovvero agli ultimi senza santi in Paradiso. Trovo che non abbia mai reciso i suoi legami con la (famosa) “matrice” nera. Trovo che i suoi giannizzeri & cicisbei siano politicamente rivoltanti. Trovo che il suo governo abbia appaltato la politica economica a quei “poteri forti” che diceva di voler combattere, la politica estera a Biden e la giustizia al berlusconismo (di cui è figlia o se preferite nipote). Trovo che lei e i suoi abbiano idee colpevolmente retrograde e oscurantiste su famiglia, vita, sesso, morte e amore. Trovo che il suo governo sia uno dei tre peggiori esecutivi nella storia della Seconda Repubblica (per scoprire gli altri due dovete comprare per forza il libro).

Trovo, in ultima istanza, che questo governo – per dirla con Gaber – “faccia più schifo che spavento”. E che questo schifo – con ironia, spero competenza e certo passione – andasse eternato. Molti si incazzeranno? Per fortuna! Quando quel che dici fa arrabbiare i Donzelli, Bocchino e Sechi (tutta gente che nel libro c’è), allora va tutto bene.

La sciagura è la storia di Giorgia Meloni (ho letto tutti i libri suoi e su di lei, e non è stato facile); di una donna che ama Guccini e De André (come Salvini) senza averci capito una mazza; di un presidente del Senato col busto del Duce in casa; di un governo con dentro gente come Valditara, Sangiuliano, Santanchè e Sgarbi eccetera; di un Paese politicamente al crepuscolo, che o si sveglia adesso o va a sbattere. La sciagura è il libro definitivo su Meloni e melonismo. Non potete non averlo. E chi non lo compra è un Gasparri.

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