Sei mesi di lavoro gratis: il tirocinio alla Camera per “studenti meritevoli”

6 Novembre 2023

Lavorare gratis per sei mesi per la Camera dei Deputati. È quanto propone il programma di tirocinio Camera dei deputati – Università italiane pubblicato sul sito istituzionale della fondazione Crui e portato alla luce dal sito La Repubblica degli Stagisti. Dieci i posti messi a disposizione di studenti universitari iscritti a corsi di laurea triennale o magistrale “particolarmente meritevoli”, con una media non inferiore ai 25/30, con l’obiettivo “di affinarne il processo di apprendimento e di formazione e di agevolarne le scelte professionali”. Il tirocinio avrà una durata di sei mesi, da gennaio a luglio 2024, rigorosamente in presenza (a meno di eventuali emergenze sanitarie o di sicurezza) e il progetto formativo prevede “il compito di elaborare studi o ricerche utili per le strutture amministrative della Camera dei settori della documentazione, della comunicazione istituzionale, delle relazioni con il pubblico, anche finalizzati alla tesi di laurea e all’arricchimento del percorso formativo del tirocinante”. Il bando dispone inoltre che qualora i vincitori dovessero rinunciare per qualsiasi motivo all’opportunità di tirocinio, non potrebbero più ricandidarsi ai futuri bandi del programma.

Rimborso spese? Non pervenuto. O meglio, nel bando pubblicato da Montecitorio e Fondazione Crui non se ne parla, ma basta andare a visionare la convenzione siglata con la Camera dei Deputati per rendersi conto che all’articolo 1 è presente nero su bianco questa condizione: “I tirocini non danno luogo ad oneri a carico della Camera” e, inoltre, “non possono in alcun modo e a nessun effetto configurarsi come rapporto di lavoro, né possono dar luogo ad aspettative di futuri rapporti lavorativi”. Non una novità, a dire il vero: i tirocini banditi dalla Fondazione Crui da decenni sono proposti in forma totalmente gratuita e senza alcuna possibilità di assunzione futura. Il più famoso è quello denominato Maeci-Crui, che offre opportunità di tirocinio presso ambasciate e consolati italiani sparsi in tutto il mondo. Sempre per chi può permettersi di sobbarcarsi una spesa così ingente per svariati mesi, ovviamente.

Nulla di illegale, sia chiaro: la legislazione italiana prevede l’obbligo di rimborso spese solamente per gli stage post-laurea, mentre questo tipo di tirocini “curriculari” – cioè svolti nell’ambito del percorso di studi – possono essere proposti in forma totalmente gratuita anche dopo il 2012, anno in cui il governo Monti introdusse l’obbligo di rimborso spese per gli extracurricolari. Le condizioni del programma appaiono però decisamente miopi, considerando che quella dei giovani italiani under 30 è la categoria più vessata dalla crisi economica, abituata a carriere discontinue e con salari decisamente inferiori alla media Ue, e perciò più propensa a emigrare proprio alla ricerca di opportunità professionali dignitose. Ad accentuare l’inopportunità della proposta di tirocinio gratuito è la provenienza da un’istituzione come la Camera, che per prima dovrebbe dare l’esempio e puntare sulla valorizzazione – anche economica – delle competenze degli studenti meritevoli.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

In riferimento all’articolo apparso oggi su il Fatto Quotidiano, dal titolo «Tirocini. La Camera offre sei mesi di lavoro, ma gratis», la Camera dei deputati non può che rammaricarsi che un’iniziativa di formazione, perfettamente in linea con i criteri stabiliti dalla legge per i tirocini curriculari – come, peraltro, riportato dalla stessa autrice dell’articolo – sia rappresentata, soprattutto nel titolo che accompagna lo stesso articolo, in modo distorto rispetto alla sua finalità. Si precisa al riguardo che non si tratta affatto di lavoro non retribuito. È un’iniziativa di formazione, già in corso da diversi anni sulla base di una convenzione con la Conferenza dei Rettori delle Università italiane – analogamente, peraltro, a quanto avviene per altre Istituzioni pubbliche -, nata dalla volontà di corrispondere a richieste provenienti dalle stesse Università. Essa offre agli studenti meritevoli la possibilità di affinare il processo formativo e di apprendimento, di svolgere un’esperienza di conoscenza delle dinamiche istituzionali estremamente qualificante anche ai fini delle future scelte professionali, favorendo la conoscenza di procedure e funzioni degli organi parlamentari e delle strutture amministrative a supporto di quest’ultimi. Al termine di tale periodo, durante il quale è previsto l’accesso gratuito ai servizi di ristorazione della Camera, si richiede agli studenti di elaborare un documento che sintetizzi le esperienze maturate durante il tirocinio. L’iniziativa non discende, quindi, certo dall’esigenza della Camera di reperire forza-lavoro. Per lavorare alla Camera, come noto, occorre superare un concorso e, a questo scopo, l’Istituzione delibera appositi bandi pubblici. Si tratta invece di un percorso curriculare che negli anni ha raccolto consolidati riscontri positivi da parte degli studenti, in linea con le norme di legge e che fa parte di un più ampio programma dell’Istituzione parlamentare di apertura all’esterno e di supporto a progetti che hanno come finalità la più ampia informazione dei meccanismi di funzionamento delle Istituzioni.
Cordialmente
Ufficio stampa Camera dei deputati

Come già ampiamente descritto nell’articolo, la questione non ha nulla a che fare con il mancato rispetto della normativa, quanto con il far passare per ammirevole opportunità un’offerta di stage senza rimborso spese presso un ente pubblico che, invece, avrebbe tranquillamente le forze economiche per poterlo proporre. In un momento storico in cui il tema del lavoro povero delle giovani generazioni è centrale, è un pessimo messaggio da parte delle Istituzioni.
C.M.

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