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I centri per l’impiego esclusi dai sistemi per trovare lavoro: un altro paradosso del post Reddito di cittadinanza

Il papocchio - Mancano indicazioni, le piattaforme non comunicano eppure non è previsto che i Cpi consultino le offerte e la formazione

7 Settembre 2023

I Centri per l’impiego non avranno accesso al Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl), la piattaforma attiva dal primo settembre che nelle intenzioni del governo aiuterà chi ha perso il Reddito di cittadinanza a trovare lavoro o un corso di formazione. In altre parole, non potranno assistere i cosiddetti occupabili che per ricevere i 350 euro del Supporto per la formazione e il lavoro devono iscriversi alla nuova piattaforma, compilare un curriculum e scegliersi le agenzie per il lavoro e gli enti di formazione più adatti. Passaggi non scontati per una platea a bassa scolarizzazione, poco o nulla digitalizzata, per lo più lontana dal mercato del lavoro o addirittura priva di esperienza. Eppure, conferma a garanzia dell’anonimato un ex navigator che da due anni lavora in un Cpi lombardo, “nessuno offrirà loro aiuto per orientarsi in queste scelte, perché il governo ha escluso il supporto dei centri per l’impiego”. Insomma, dopo anni a lamentarsi dei ritardi sul potenziamento dei centri per l’impiego, obiettivo che oggi è legato anche ai fondi del Pnrr, agli “specialisti del mercato del lavoro” assunti dalle regioni viene ora impedito di toccare palla, col rischio che le difficoltà disincentivino le persone e le costringano a rinunciare.

Presentata all’Inps la domanda digitale, per accedere ai 350 euro al mese l’occupabile dovrà iscriversi alla piattaforma Siisl dove caricare il proprio curriculum e selezionare le tre agenzie per il lavoro dalle quali essere convocato per un impiego o un’offerta formativa. “Se c’è una cosa che il Rdc ci ha insegnato è che la platea dei beneficiari, compresa la parte ‘attivabile al lavoro’, raramente è capace di compilare autonomamente il proprio curriculum”, spiega l’operatore del Cpi. “Possono rivolgersi ai patronati, ma questi non fanno orientamento, non ti dicono cosa è meglio inserire nel curriculum, come valorizzare le passate esperienze ai fini di un percorso di riqualificazione. E così per la scelta delle agenzie per il lavoro, che viene fatta alla cieca perché i patronati non conoscono gli enti del territorio e a differenza dei centri per l’impiego non sanno selezionare quelli adatti a una platea particolare come quella degli ex percettori di Rdc”.Come non bastasse, ad oggi i patronati non hanno ancora ricevuto alcuna indicazione o formazione sull’utilizzo della piattaforma, tanto che in alcune regioni anche organizzazioni come la Cisl e la Uil hanno manifestano difficoltà a rispondere alle richieste. Ostacoli e contrattempi che rinviano l’erogazione dei 350 euro, unico sostentamento per chi ha perso il Reddito e non potrà accedere al nuovo Assegno di inclusione dal primo gennaio 2024. Sempre che la domanda vada a buon fine, una volta completata l’iscrizione l’utente dovrà finalmente essere convocato dal centro per l’impiego competente per la firma di un Patto di servizio e l’inserimento nel programma Garanzia di occupabilità dei lavoratori (Gol) per la riqualificazione dei disoccupati. “Ma i corsi legati a Gol sono sui portali regionali, non su Siisl”, avverte l’addetto del cpi. Per disinnescare il probabile cortocircuito, in Lombardia hanno chiarito che il soggetto che eroga la formazione può anche essere diverso dalle tre agenzie per il lavoro indicate su Siisl, a quel punto inutilmente. Non solo: pena la decadenza dal sussidio, ogni 90 giorni il beneficiario dovrà rendicontare la sua attività formativa o di ricerca di lavoro su Siisl. Ma ancora una volta i cpi non potranno aiutarlo perché non hanno accesso. Il controllo su eventuali rifiuti di offerte di lavoro o sull’abbandono di un corso compete unicamente ai privati, le agenzie per il lavoro e gli enti di formazione. Basterà una loro notifica a far scattare sanzioni, compresa la sospensione del sussidio pubblico.

“Sicuri che i privati accetteranno di fare i vigilantes?”, domanda l’operatore di un altro cpi lombardo. Che aggiunge: “Nemmeno il modo in cui i dati degli utenti saranno comunicati ai centri per l’impiego che li dovranno convocare è chiaro, ad oggi non se ne sa nulla”. E precisa: “Se tutto va bene, per le convocazioni di chi fa domanda in questi giorni ci vorranno mesi e chissà per l’attivazione dei corsi senza i quali i 350 euro non arrivano. Non ho dubbi, molta gente si perderà per strada”.

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